Mestre, spunta dettaglio sull’autista: tutto camuffato sui giornali ▷ “Disastro per l’informazione”

Torna in auge il tragico incidente di Mestre, in cui un autobus è precipitato dal cavalcavia: fu strage di 21 persone, compreso l’autista del bus. Dal drammatico evento si sono sollevate più e più volte le ipotesi su quali siano state le cause dell’incidente.
Dal guasto ai freni, al fatto che l’autobus fosse elettrico. Da escludere in maniera immediata era stata invece l’ipotesi di un malore, che in tempi come questi scaturisce non pochi dibattiti. La novità arriva però ora, a un mese dalla strage: la Procura, scrivono diverse testate, ha ordinato nuovi approfondimenti. Una nuova perizia è ciò che viene annunciato dagli addetti ai lavori, soprattutto dopo quella che diventa, alla fine, la notizia principale. L’autista del bus nelle settimane antecedenti la strage si sarebbe rivolto al Pronto soccorso in più occasioni lamentando problemi al cuore.

L’autopsia non ne aveva trovato tracce, ma il pm di Venezia ha ora ordinato approfondimenti.
Il tutto sarà affidato a Cristina Basso, cardiologa dell’Università di Padova, nota già per aver accertato in passato la patologia cardiaca del calciatore morto a Pescara nel 2012, Piermario Morosini. Nelle prossime analisi si cercherà di capire se ci siano stati elementi che le precedenti analisi non hanno rilevato.

I titoli del mainstream però non ci stanno. “Strage del bus, l’autista morto per una frattura al cranio“, titola Il Corriere della Sera.
E grazie – commenta Fabio Durantiha battuto la testa, è chiaro che si è rotto il cranio“.
Francesco Borgonovo, vicedirettore de La Verità, ha le idee chiare su dove si dirige il giornalismo.
Va a finire male come su tutte queste questioni qui, cioè c’è una versione unica che bisogna dare ed è quella.
Questa roba non avviene solo sulla questione Covid, sui malori, sui danni: avviene su tutto. Avviene sull’Ucraina, avviene sulla Palestina, avviene su qualunque cosa. E questo è un disastro per l’informazione occidentale. Stiamo peggiorando molto più
“.