Quella che chi scrive si accinge a raccontare non è la solita storia di musica, o “leggenda”, che viaggia di bocca in bocca e dal racconto di ciascuno guadagna un dettaglio in più, molto probabilmente inventato. Non è la storia dell’ennesimo remake al sapore di minestra riscaldata. Questa è la storia di un nastro quasi perduto, un nastro che ha atteso il suo momento per circa 40 anni.
Siamo nel 1970, i Beatles mettono la parola fine al fenomeno ‘Beatles‘, la band è sciolta, le divergenze troppo difficili da superare. Arriva il 1980 e la tragedia delle tragedie si consuma: John Lennon viene brutalmente assassinato. La fine è arrivata per davvero, i quattro di Liverpool sono stati una meteora che ha cambiato la storia della musica e che si è spenta subito dopo aver raggiunto il suo massimo splendore, forse troppo presto, o forse abbastanza presto da essere ricordata al massimo della sua lucentezza. E a noi cosa rimane? Una produzione prolifica di album in studio e i numerosi tentativi di remake dei superstiti.
La storia, però, come ben sappiamo, ci riserva sempre risvolti inattesi. Siamo nei 90, i Beatles sono soltanto un gran bel ricordo nella mente dei giovani pionieri della new wave, del grunge o dell’alternative. A proposito dei superstiti, nel 1994, Paul McCartney, George Harrison e Ringo Starr si riuniscono per lavorare al progetto ‘The Beatles Anthology‘, una retrospettiva che si compone di un documentario televisivo, una serie di tre volumi di album doppi e un libro sulla storia dei Beatles. Nella retrospettiva trovano spazio due dei tre inediti sopravvissuti all’usura del tempo, registrati da John Lennon & co su una cassetta ormai malandata. Due dei tre inediti vengono recuperati, il terzo, ‘Now and Then‘? Troppo rovinato per le tecnologie dei tempi, la traccia è irrecuperabile, ritorna nell’archivio ed è destinata a rimanerci per sempre.
Il racconto finirebbe qui, se nel 2023 qualcuno non avesse pensato di utilizzare l’intelligenza artificiale generativa per agire su vecchie demo e provini malandati al fine di recuperarne il contenuto. Questo è il momento di Now and Then, questo deve essere il momento di Now and Then. I software AI, nel bene e nel male, hanno cambiato le carte in tavola e, checché se ne dica, ci stanno per regalare l’ultima vera canzone dei Fab Four, per gli amici Beatles. Nessun lavoro che si possa definire ‘deepfake’. Nulla di finto o artificiale nel senso stretto del termine. Attraverso l’ausilio dell’intelligenza artificiale il nastro originale di Now and Then è stato restaurato e “pulito” da tutti i rumori di sottofondo e gli elementi di disturbo tipici dell’analogico. Il lavoro dei software si ferma qui. Basso, batteria, chitarre, pianoforte, orchestra d’archi e voci vengono registrati nuovamente sulla traccia recuperata. Il gioco è fatto. 40 anni dopo lo scioglimento della più grande boy band della storia, almeno per un giorno, millennials e generazione Z potranno vestire i panni dei giovani di tutto il mondo che negli anni 70 aspettavano trepidanti l’uscita dell’ultimo vinile dei Fab Four. Il giradischi si è trasformato in un cellulare, il vinile si è trasformato in una traccia digitale e i nostalgici ci perdoneranno, ma l’amore per la musica dei Beatles, quello non è mai cambiato. Tutti stavamo aspettando Now and Then e nessuno ci rovinerà questo momento. Ora siamo di nuovo noi e quei 4 ragazzi di Liverpool.