ll persistente favore degli italiani per i cosiddetti tassi variabili, nonostante la possibilità di surroga, si rivela come una scelta rischiosa alla luce degli aumenti dei tassi decisi dalla Banca Centrale Europea. Con il tasso variabile ora al 5%, superando il 4% del fisso, le famiglie affrontano notevoli aumenti delle rate, diventando sempre più difficili da onorare. E l’aumento dei tassi, associato a un reddito medio sotto i 30.000 euro annui per il 79% degli italiani, lo ripeto, 4 italiani su 5 hanno un reddito medio sotto i 30 mila euro, genera delle preoccupazioni finanziarie generalizzate.
L’osservatorio “Salva la tua casa” segnala che le rate dei mutui a tasso variabile ormai stanno raggiungendo dei livelli critici per fasce di reddito familiari fino a 1900 euro netti mensili, con un peso che supera il 60% del reddito netto per diverse famiglie. L’inefficacia delle aste per gli immobili con una perdita media del 45% accentua questa situazione di crisi richiamando l’attenzione sulla necessità di strumenti di difesa, come ad esempio la cartolarizzazione a valenza sociale.
E la difficoltà delle famiglie nel pagamento delle rate del mutuo non può essere attribuita solo a una presunta cattiva educazione finanziaria. Semmai dobbiamo ricondurla alle politiche monetarie della Banca Centrale Europea che ha portato a un repentino aumento dei tassi di interesse, mettendo a rischio la sostenibilità finanziaria delle nostre famiglie. L’impennata dei tassi variabili, che è stato il risultato diretto delle decisioni della Banca Centrale Europea, ha amplificato il peso delle rate dei mutui delle famiglie italiane, generando una situazione finanziaria molto difficile per molti nuclei familiari. Io sento parlare sempre di educazione finanziaria, mancanza di educazione finanziaria, ignoranza del nostro Paese, analfabetizzazione.
Ve lo dico essendo stato docente di finanza per tanti anni, qui si dimentica l’articolo della Costituzione italiana. La Costituzione italiana non dice che bisogna tutelare il risparmio a condizione che le persone siano acculturate in materia di educazione finanziaria. Noi dobbiamo tutelare il risparmio. Punto. I costituenti, i padri costituenti, furono molto chiari: i politici italiani devono tutelare il risparmio. Punto. Senza scaricare le colpe sull’ignoranza di questi italiani che non studiano la finanza. Per fortuna, aggiungo io, sarebbe meglio che si mettessero di nuovo a studiare l’economia. Ma questa è una mia opinione. Buona economia umanistica.
Malvezzi quotidiani – L’economia umanistica spiegata bene