Il problema secondo te è il fatto che esiste un ordine maschile che domina e considera le donne degli oggetti, delle proprietà? E quindi questo ordine va smantellato per creare maschi più, come ha scritto qualcuno oggi, più attenti a esprimere le proprie emozioni, a dialogare, a battere la violenza?
Daniele Scalea, Fondatore e Presidente del Centro Studi Machiavelli, risponde a Francesco Borgonovo in diretta.
Non penso esista un patriarcato, mi sembra che la nostra società sia molto lontana da un sistema patriarcale. Al contrario c’è da diversi decenni la tendenza che, coincisa con il trionfo del movimento femminista, a una lotta al patriarcato che poi di fatto si è spesso tradotta in una lotta contro l’uomo, quello che è l’archetipo e il prototipo delle caratteristiche e delle virtù che sono identificate nell’uomo.
Questo ha degli effetti a livello di narrativa in cui vediamo che quelle caratteristiche che sono associate all’uomo sono delle caratteristiche come tutte, anche quelle che sono associabili alla donna, hanno dei risvolti positivi o negativi.
Una delle obiezioni è che anche prima del femminismo esistevano donne maltrattate, anzi c’erano parecchie donne maltrattate che venivano considerate proprietà dai mariti, questo ordine patriarcale è esistito a un certo punto, oggi magari è meno potente, però gli uomini continuano a fare delle cose che hanno sempre fatto nel corso della storia. È un’obiezione che coglie un punto vero, come dicevo prima tutte le caratteristiche che abbiamo uomini e donne hanno dei risvolti positivi e negativi.
Io sinceramente penso che ci sia un grosso problema nel rapporto fra i sessi, anche a livello simbolico, spirituale, causato da il modello sociale in cui siamo inseriti va molto al di là del femminismo, nella società neoliberista il punto è schiacciare gli altri, quando vedo una storia come quella della povera Giulia Cecchettin, penso che abbiamo di fronte non un maschio, un uomo compiuto, abbiamo di fronte un bambino crudele che non riesce a reagire al rifiuto.