“I bambini non sono proprietà dei genitori“.
Il 2023 raggiunge altre vette, come le novità simili alla citata. Protagonista? Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto Mario Negri.
Il tema è quello della piccola Indi Gregory, bambina inglese di otto mesi affetta da una grave malattia giudicata incurabile dai giudici inglesi. Tant’è che neanche dopo l’intervento, addirittura, di Governo italiano e l’ospedale pediatrico Bambino Gesù, la sentenza dei giudici ha trovato modifiche. La piccola Gregory è morta pochi giorni fa dopo il distaccamento dalle macchine.
Il fatto è diventato di interesse e dibattito mondiale. Infatti nell’epoca moderna non è poi una rarità discutere di eutanasia o temi simili.
Sembra esserlo invece parlare di speranza, non è una rarità parlare di scienza e fiducia in essa.
Il problema però è stanziato qui: fino a dove possiamo ancora “fidarci” ad occhi chiusi della scienza e prendere decisioni vitali rispetto alle sue sentenze? Lo psicoterapeuta e criminologo Alessandro Meluzzi e Alberto Contri, docente di Comunicazione, rispondono al quesito in diretta.
“Questo signor Remuzzi – ricorda lo psichiatra – disse durante l’inizio del Covid, forse per narcisismo, quale era la terapia più o meno giusta per il Covid: antinfiammatori, cortisone, anticoagulanti. Poi evidentemente è stato richiamato all’ordine e ha ritrattato tutto.
Lui disse che facendo quella terapia lì le ospedalizzazioni diminuivano. Stava dicendo la verità. Poi ha ritrattato e ha detto che invece bisognava fare i vaccini”. Meluzzi la definisce così: un’ipnosi penetrante, che con le sue idee distribuisce la sua “verità”.
“Quale deve essere il destino dei bambini lo decide chi paga la commedia!“.
Dello stesso avviso è Contri: la scienza, e lo Stato ormai quasi asservito ad essa, avrebbe superato il limite.
“Tutto è finanziato – sottolinea – e quindi alla fine la verità è solo quella che emerge dalle riviste scientifiche“.
La scienza è la nuova religione: “Peccato che questa nuova religione è del tutto asservita la moneta”.