Si preannunciano delle presidenziali di fuoco, quelle del 2024 negli USA. Soprattutto dopo che alcune pedine chiave sono cambiate in plancia di comando. Joe Biden dovrà vedersela di nuovo con un agguerrito Donald Trump, che nel frattempo non è rimasto con le mani in mano e ha visto piazzato a speaker della camera Mike Johnson, ora nuova terza carica dello Stato.
Di origini italo-americane, il nuovo Speaker è già noto per aver difeso Trump dall’impeachment, ma soprattutto per essersi opposto, sottoscrivendo un ricorso legale, alle presunte manipolazioni nelle elezioni vinte da Biden.
Non a caso nel marzo 2023 sul tema della censura Johnson ha mostrato gli artigli.
Si parla in questo caso di un altro che avrebbe potuto candidarsi Presidente coi Repubblicani, quell’Elon Musk che sta battagliando in queste ore contro il Digital Service Act europeo che prevede una stretta sulla presunta disinformazione online.
“Il Governo federale – dice Johnson- dai membri democratici del Congresso, alle agenzi d’intelligence, compresa l’FBI, hanno usato Twitter per censurare la parola degli americani. Twitter era praticamente una filiale dell’FBI, prima che ci mettesse mano Elon Musk”.
“Sono contento di ascoltare queste parole“. A commentare in diretta a ‘Un Giorno Speciale’ lo stesso Alessandro Meluzzi classificato da NewsGuard tra i “5 principali divulgatori di fake news italiani”
“Una qualifica che mostro con orgoglio come una medaglia“, commenta. La piattaforma statunitense accusata di essere finanziata da George Soros classificò diversi siti online come “complottisti” sulla base di un’arbitraria valutazione fatta massivamente ai tempi del covid e aggiornata di continuo.
“Dobbiamo ricordarci che ora parliamo di Twitter, ma probabilmente vale lo stesso anche per i social di Meta“, ricorda Giovanni Frajese.
E in effetti proprio dall’avvento di Elon Musk questi documenti sono disponibili.
Ascoltate l’analisi a ‘Un Giorno Speciale’.
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