Alla festa di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio e altresì capo politico di Fratelli d’Italia, ha attaccato senza nominarla l’influencer milionaria Chiara Ferragni. La Meloni ha di fatto sostenuto che Chiara Ferragni non può in alcun modo essere assunta come paradigma di riferimento. Sul fatto che la Ferragni sia l’emblema del capitalismo individualizzato e liquido, start-upper e cosmopolitico, non v’è dubbio. Ricorderete quella surreale scena di Chiara Ferragni a Sanremo che leggeva a se stessa una lettera in cui parlava di se stessa. L’emblema, potremmo dire, dell’individualismo solipsistico del capitalismo neoliberale. Dunque, sul fatto che la Ferragni sia l’emblema di questo modello non vi è dubbio e fa sorridere, per non dire peggio, sentire le neosinistre fucsia neoliberali che si ergono ora in difesa della Ferragni.
Ancora una volta danno uno schiaffo sonante a quelle classi lavoratrici che già da tempo hanno tradito. Insomma, diciamolo apertis verbis, il riferimento della Sinistra decaffeinata e padronale ormai è direttamente Chiara Ferragni, non certo Lenin o Marx. Il modello delle sinistre fucsia neoliberali è quello della ZTL per ceti abbienti, con una gated community che vede escluso il popolo e i lavoratori. l’ennesimo esempio di sinistrash, vorrei dire. Tuttavia non deve passare nemmeno inosservato il fatto che il Presidente del Consiglio, nonché Presidente di uno dei più importanti partiti d’Italia, nel suo discorso parli di Chiara Ferragni. Il livello della politica raggiunge qui il suo grado più basso, lo potremmo ragionevolmente dire.
Viviamo evidentemente nel tempo della politica liquida e a bassa intensità, ove il discorso si orienta intorno alla discussione su Chiara Ferragni, del tutto dimentico delle questioni fondamentali dell’economia e della società, della geopolitica e degli equilibri di forza. Insomma, se la Sinistra è trash, non è da meno la Destra, a tal punto che potremmo egualmente parlare di destrash. Insieme rappresentano perfettamente, sia pure in forme fintamente oppositive, la stessa anima nichilistica del neoliberismo cosmopolita.
Questa vicenda tragicomica dello scontro a distanza tra Giorgia Meloni e Chiara Ferragni mi pare che rappresenti davvero il punto più basso della politica contemporanea, dove peraltro non si dimentichi i politici stessi divengono influencer e gli influencer divengono politici in un curioso scambio delle parti per cui sostanzialmente la politica si abbassa al rango del fare opera di influencer sulle reti sociali. Proverbiali a questo riguardo le scene di alcuni politici italiani che ormai si atteggiano davvero del tutto alla stregua di influencer fra i tanti e non stupisce allora che nel tempo della politica degli influencer anche Chiara Ferragni e Fedez possano ambire ad avere una loro visibilità anche di tipo politico.
Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano