“Ho una vita sana. Fosse arrivato mentre ero in autostrada o nel sonno, sarei stato spacciato“. Con tutto il sollievo del mondo pronuncia queste parole Roberto Scarnecchia, direttamente da un letto d’ospedale.
E’ in una domenica di dicembre che l’ex calciatore viene colto dal malore. La sera del 3, mentre è in Piazza Duomo, il 65enne chef sente un dolore fortissimo al petto: “A quel punto mi sono seduto sui gradini del Duomo e mi sono detto ‘se deve finire così la mia vita, vabbè, vorrà dire che mi faranno delle foto con un monumento storico sullo sfondo…“.
Provvidenziale in quel momento il passaggio di una coppia. Lui medico, gli chiede se sta male e se ha mangiato, poi chiamano l’ambulanza. L’intervento al cuore in piena notte al San Luca gli salva la vita.
“E’ stato un infarto, più che leggero, preso molto in tempo. Sulle coronarie e non direttamente sul cuore“, dice Scarnecchia che poi smentisce sugli appelli riportati dalle principali agenzie per ritrovare il medico che ha lanciato l’SOS: “Non c’è nessun appello, volevo rimarcare che tutti, dopo i 50, dovrebbero fare controlli più attenti, magari 1 o 2 volte l’anno, che possono salvare la vita.
“Ho un cuore molto sano“, prosegue, “continuo a fare vita da atleta, e questo penso mi abbia salvato molto“.
L’intervento è durato appena 30 minuti e “quando sono arrivato l’hanno addirittura aspirato liberando la coronaria occlusa, però è anche pericoloso, perché non avendo alcuna avvisaglia, stando da un’altra parte potevano esserci conseguenze molto più gravi“.
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