Pace e guerra: è ormai il dualismo che contraddistingue questo determinato periodo storico, il che dice molte cose della situazione in cui ci troviamo. Ma soprattutto è quel dualismo fatto di faziosità che contraddistingue il dibattito tipicamente divisivo italiano: da destra a sinistra.
Inaspettatamente ora però sotto alcuni pochi riflettori torna l’Ucraina, a scapito di Israele o Gaza. Schiacciata tra lo scoppio di un’altra guerra che si è presa la scena, la banda di Zelensky si ritrova da tempo fuori dai giochi del discorso, ma non solo.
Addirittura dagli States all’Europa non è più un caso che si ritratti la questione dell’invio delle armi, dei finanziamenti.
E ovviamente la cosa non è andata giù a Zelensky. Un dietrofront a macchia di leopardo che avviene anche da noi, col PD e la sua nuova direzione sotto Elly Schlein. Ma è un dietrofront che non va bene a Paolo Mieli del Corriere della Sera: “Sinistra e Ucraina: scoprirsi (adesso) pacifisti”, titola. L’editoriale di risposta del vicedirettore de La Verità, Francesco Borgonovo.