La voce delle proteste arriva in alto, e quindi ai fatti.
Gli agricoltori francesi ottengono il primo risultato, non definitivo ma pur sempre un risultato.
Nelle ultime settimane infatti la Francia si è svegliata ancora, come solito, dalle parti del popolo che ancora una volta si oppone alle politiche dettate dai governi. La minaccia dei trattori era quella di fermare e bloccare totalmente Parigi. La situazione ha quindi scosso l’Eliseo, che alla fine li ha quasi accontentati. Le proteste francesi riguardavano, in maggior parte, gli accordi coi paesi del Mercosur (Argentina, Brasile, Uruguay e Paraguay). L’accordo tra Europa e il blocco sudamericano consentiva l’abbattimento dei dazi all’importazione di prodotti transatlantici, tra cui le carni del Sud America. Così, i prezzi sarebbero stati abbattuti, a scapito di quelli francesi. La questione era già di dibattito in Francia, ma le proteste hanno contribuito ad accelerare il tutto.
Così Macron spiega all’Europa che le condizioni sono inadeguate per andare avanti nelle trattative.
Ed è detto fatto: la Commissione europea accontenta e mette in pausa quegli accordi.
Stesso risultato non lo possono festeggiare gli altri agricoltori che in queste settimane stanno occupando le strade d’Europa, anche quelle italiane.
“Noi stiamo morendo” – commenta il presidente del comitato “Agricoltori Riuniti” Danilo Calvani.
“Le aziende agricole sono in via di decimazione.
Il governo francese giustamente ha difeso gli interessi della Francia, adesso vediamo chi difende quelli dell’Italia“.
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