Perché parlo di economia umanistica? Perché ritengo che nella mentalità dell’economia capitalistica, un giorno, temo abbastanza lontano da oggi verrà comunque ricordata come un incidente storico, un episodio. L’economia umanistica riporterà in auge dei valori che oggi sono andati perduti: per esempio l’arte. L’arte, cioè l’espressione di tutto ciò che è bello, non soltanto dell’arte propriamente detta, ma della musica per esempio, della letteratura o genericamente, di tutto ciò per cui la vita vale la pena di essere vissuta. Mi rendo conto di quanto sia importante questo discorso nella mia vita di consulente aziendale, soprattutto di consulente strategico per le aziende. Ci sono imprenditori che si accorgono di non vedere più passare le stagioni dalla finestra. Improvvisamente si rendono conto che è giunta l’estate, magari non hanno visto niente dell’inverno o della primavera.
Io credo che questo ci porti a delle riflessioni profonde sul senso dell’uomo. Ricordo recentemente di avere parlato con proprietari di supermercati che con opportuni modelli strategici si mettevano a riflettere sul senso della loro vita, passata a determinare magari il posizionamento dei prodotti sugli scaffali o il correlato prezzo, e di quanto ci fosse un altro prezzo da pagare che era il rapporto per esempio con la propria famiglia. Ecco queste secondo me sono considerazioni che voi direte cosa c’entrano con l’arte. Beh portare una persona a cui vuoi bene a vedere uno spettacolo, a mangiare, oppure ad avere semplicemente la possibilità di frequentare persone che non sono persone del mondo del lavoro… Anche semplicemente uscire un attimo dagli schemi, che sono gli schemi imposti da una vita capitalistica, beh, tutto questo è per me un’economia di altro genere, dove lo scambio non è soltanto uno scambio monetario, ma è prima di tutto quello che deve essere, cioè uno scambio energetico, uno scambio armonico.
Studiare l’economia e prima di tutto la microeconomia, l’azienda come un posto in cui la differenza tra dare e avere non è soltanto di costi ricavi, ma è una differenza di energie positive e negative che viviamo in tutta la nostra giornata. Un tipo di linguaggio che molto presto con il mio amico Mario di una trattoria qui delle mie parti andrò a discutere insieme al suo bravissimo fratello cuoco. E questo è il linguaggio delle persone comuni, questo è il linguaggio delle persone per bene. Antonello fammi da mangiare bene. Malvezzi quotidiani l’economia umanistica spiegata bene.