Solidità. È questa la parola stampata sulla bocca di chiunque abbia assistito al match che ha visto Sinner e Djokovic giocarsi la finalissima degli Australian Open. Jannik si è preso il match senza timore, facendo le scelte giuste, con coraggio e determinazione. L’ascesa dell’altoatesino è soltanto agli albori, ma tifosi ed esperti continuano a sognare insieme a lui: a soli 23 anni è diventato il primo italiano a conquistare la finale degli Australian Open e a raggiungere la prima finale di un grande slam della sua carriera.
Corrado Barazzutti, allenatore ed ex tennista italiano, ha commentato ai microfoni di Radio Radio Lo Sport l’ennesima impresa di Jannik Sinner: “Io la penso come tutti in realtà. Sinner negli ultimi 4-5 mesi ha avuto un’accelerazione non indifferente, è migliorato moltissimo in tutti i reparti, è migliorato molto anche sotto l’aspetto tecnico in modo particolare. Devo dire che il servizio è diventato un’arma importantissima per Janik. ha migliorato moltissimo sia la prima palla che la seconda palla, una seconda palla molto robusta e quindi non ha punti deboli, è migliorato in quello che qualche volta gli succedeva un anno fa, diciamo uno o due anni fa, ma era sempre molto giovane, aveva qualche pausa nel suo tennis arrivava qualche errore di troppo che un po’ rovinava tutto quello che costruiva“.
“Adesso è diventato consistente“, continua Barazzutti, “è solido, le sue scelte sono sempre giuste. Io l’avevo detto già dopo la Davis, dopo il Master, anche se lui ha perso quella finale contro Djokovic, solo perché ci è arrivato stanco anche per un singolare inutile che ha giocato il giorno prima, ma insomma poi dopo per due volte ha battuto Djokovic e quindi per me era già il numero uno del mondo. Questo momento dimostra ancora di più in questo torneo, è arrivato in finale perdendo un set e secondo me Djokovic oggi gli ha dato, come si dice in gergo, una rullata“.