Migliaia di agricoltori hanno letteralmente bloccato la Germania.
Si parla di ben 680 trattori che hanno marciato, compatti e decisi, verso la porta di Brandeburgo.
Lo hanno fatto, apprendiamo, per manifestare il proprio palese scontento verso le politiche di austerità depressiva e i tagli imposti dal governo teutonico.
Sostanzialmente gli agricoltori tedeschi sono in difficoltà per via delle politiche degli “austerici“, come potremmo anche definirli.
Gli austerici sono coloro i quali fanno valere politiche depressive in nome del mercato, politiche che vanno a colpire, more solito, i lavoratori e i ceti medi. Si tratta di un’ulteriore prova, se ancora ve ne fosse bisogno, del fatto che lo scontento popolare divampa in tutta Europa, compresa, sa va sans dire, quella Germania che ci dicono senza tregua essere “il faro dell’Unione Europea”, il punto d’onore dello sviluppo neoliberale nel vecchio continente, il bengodi di diritti e prosperità.
Ebbene dopo i francesi, che in più occasioni negli scorsi anni hanno dimostrato la loro capacità di opporsi alle scellerate politiche neoliberali, adesso è la volta dei tedeschi. Questa in effetti sembra essere l’immagine sempre più plausibile dell’Europa in balia del neoliberismo e degli algidi euroinomani delle brume di Bruxelles.
Il potere neoliberale, d’altro canto, non fa altro che schiacciare il popolo nell’interesse del mercato e della power élite turbocapitalistica.
Del tutto comprensibile allora che il popolo schiacciato e soverchiato si sollevi e rivendichi i propri diritti, la propria dignità, la propria volontà di essere libero e di potersi garantire i diritti fondamentali, anzitutto a partire dal lavoro.
I giornali impauriti mettono già le mani avanti. Asseriscono che nella protesta degli agricoltori teutonici si temono “infiltrazioni di estremisti“, che è poi, come sappiamo, la prima mossa per legittimare una successiva repressione da parte del potere, come a suo tempo accadde con le eroiche giubbe gialle, i gilets jaunes di Francia.
Perché, come sappiamo, il potere neoliberale risulta intrinsecamente demofobico, odia il popolo, agisce contro l’interesse del popolo e dei lavoratori e insieme reprime all’occorrenza in forme efferate il popolo, impiegando la scusa dell’estremismo pericoloso che deve essere contrastato. Un copione ben noto che abbiamo più volte visto dispiegarsi con i gilets jaunes, a cui prima facevo riferimento, ma anche nella nostra Italia, ai tempi delle proteste contro il tecno leviatano sanitario e contro le politiche repressive legate all’infame tessera verde. Insomma, bisogna creare artificialmente, magari con opportune infiltrazioni, il pericolo dell’estremismo, per poi colpire, come se fosse tutto estremista, il popolo che protesta quandanche si tratti di un popolo pacifico che legittimamente reclama i propri diritti calpestati.
Vedremo quali saranno gli sviluppi, intanto non possiamo non manifestare la nostra vicinanza agli agricoltori teutonici che protestano e che ci segnalano come, dopotutto, anche nel tempo che va ripetendo “there is no alternative“, si danno spiragli di luce e di sollevazione popolare in nome di ulteriori possibilità di sviluppo, in nome di ulteriorità nobilitanti e di desideri di migliori libertà.
Radioattività-Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro