Il divieto di manifestazioni per la Palestina in concomitanza con il Giorno della memoria mi lascia perplesso. Penso che il diritto di manifestare sia sacrosanto e non vedo perché bisognerebbe togliere a qualcuno il diritto di farlo. Il Giorno della memoria ricorda una delle pagine più tremende di tutta la storia, quindi bisognerebbe avere rispetto. Detto questo, quante volte ci sono manifestazioni irrispettose verso questo o quell’altro? Secondo me si poteva lasciar fare tranquillamente, senza mettersi in questa modalità un po’ censoria, perché poi sembra che quello che piace a questo governo va bene, mentre quello che non piace al governo no.
Io su questa cosa sinceramente una riflessione in più l’avrei fatta. Anche perché siamo arrivati, e sono cifre abbastanza attendibili fornite anche dalle Nazioni Unite, alla bellezza di 26 mila morti nella striscia di Gaza dall’8 ottobre in avanti. Tutte le volte che si parla di questa vicenda bisogna dire “ricordiamo il massacro del 7 ottobre” che è evidente, a nessuno di noi fa piacere, però credo che a questo punto ci sia qualche problema. Anche dentro Israele l’opposizione sta alzando parecchio la voce contro il governo di Netanyahu. Credo che continuare con i bombardamenti e lasciare la popolazione civile sotto le bombe non sia la posizione migliore da tenere.
Mi diceva un inviato ONU che è stato lì nella striscia di Gaza fino a qualche giorno fa, una cosa per me spaventosa, cioè che il problema di Gaza è che è un luogo in cui non ti puoi nascondere. Non c’è nulla, non c’è nessun angolo che sia sicuro, in altre zone di guerra ci sono comunque luoghi sicuri in cui i rifugiati si trovano, lì dentro no, non c’è posto dove andare, questo per me è un incubo a cielo aperto.