Quello che avvenne ad Aldo Moro dal suo rapimento fino alle ultime indagini sulla sua morte porta dietro di se ancora tante ombre e momenti oscuri. Su una delle vicende più tristi della Storia del nostro Paese continuano del tempo ad emergere nuove verità, dettagli inediti, testimoni nascosti. Report è tornata ad occuparsi della vicenda, partendo da un fatto importante, che Sigfrido Ranucci riporta così: “Siamo partiti da un fatto: quattro inchieste della Magistratura, due commissioni di inchiesta hanno sancito che il memoriale Morucci-Faranda, su cui si erano basate molte delle verità giudiziarie sul caso, è sostanzialmente inattendibile. C’è come al solito chi si schiera con l’idea della purezza della battaglia delle Brigate Rosse, della lotta armata, chi invece si schiera con la teoria dei burattinai che ci sono dietro, che hanno eterodiretto la mano delle BR. Questa divisione tra i tifosi non ci interessa, non ci appartiene. Abbiamo raccontato dei fatti, abbiamo evidenziato come alcune delle cose che ci hanno raccontato in questi anni non sono vere”.
Ci sono delle domande che ancora non hanno una risposta secondo Ranucci: “Quello che sorprende di più è che a cui non c’è stata risposta fino ad oggi, è che nel momento più alto della lotta armata delle BR, quando c’era la possibilità anche di appendersi una medaglia e dire ‘è vero l’Italia è sotto il gioco americano’, le BR avendo in mano un pezzo del memoriale di Aldo Moro non l’hanno mai pubblicato. Non si è spiegato mai il perché non è stato pubblicato quella parte del memoriale di Aldo Moro che attaccava Andreotti, hanno pubblicato solo la parte che riguardava Taviani, quando Taviani era già fuori dai giochi istituzionali, non l’hanno pubblicato quando invece si trattava di parlare di Andreotti che era l’uomo più potente dal punto di vista politico in quel momento, il Presidente del Consiglio. Quella documentazione uscì 12 anni più tardi, ritrovata in un’intercapedine da un muratore, in fotocopia poi neppure in originale, nel pieno contrasto negli anni 90 tra Cossiga, Andreotti e Craxi.
Crediamo che la pagina di verità sul fatto Moro sia ancora da scrivere“.