Sembra ci sia uno scontro mostrato plasticamente già nel 2016. Da allora nulla è cambiato, anzi la situazione si è acuita e ha proprio due rappresentazioni: una è Davos e l’altra sono le manifestazioni degli agricoltori in Francia, in Germania, poi c’erano stati in Olanda. Populisticamente, quelli che stanno in mezzo alla terra contro quelli che hanno il jet privato.
Ma gli agricoltori possono diventare un soggetto politico? Come si esce da questo circolo vizioso di cui ci sono queste élite che continuano a decidere, a dettare leggi sempre in maniera più sfacciata anche di fronte ai fallimenti e dall’altra le proteste che però non sembrano portare poi a grandi cambiamenti in realtà?
Quando queste forze di protesta si aggregano anche in movimenti politici con una certa consistenza elettorale, nella peggiore dell’ipotesi poi vanno al potere e si normalizzano. Nella migliore c’è la conventio ad excludendum, guarda il caso polacco: in Polonia il partito Diritto e giustizia, di destra, ha comunque credo intorno al 35%, è il primo partito. L’ammucchiata di partiti fatta dall’altra parte però li tiene comunque sotto scacco.
Francesco Borgonovo ne ha parlato con Alessandro Rico, giornalista de La Verità, in questa videointervista.
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