A Davos, la cittadina elvetica che ormai è nota per il blasonato World Economic Forum, si è registrato in questi giorni il tutto esaurito di escort. Proprio così, non si trovano più escort, dacché sono tutte impegnate in questi giorni, particolarmente caldi, bisogna dirlo, che si stanno svolgendo a Davos tra una riflessione sull’economia globale e qualche sortita nel campo del nuovo ordine erotico deregolamentato.
A darne notizia sono pressoché tutti i giornali, dunque non deve trattarsi, suppongo, della maligna voce di qualche irredento cospirazionista. Si può ben dire che Davos si conferma il con-sesso, in cui, possiamo dire così, la élite turbo-globalista si raduna per descrivere le proprie traiettorie, per tratteggiare i propri progetti di classe. Insomma, Davos è il con-sesso della élite finanziaria no border che domina il mondo.
Non ce ne stupiamo invero: il World Economic Forum è già da tempo sotto l’egida di Klaus Schwab, la fucina globalista in cui va forgiandosi il pensiero unico politicamente ed eroticamente corretto. La fucina in cui la power élite fa il punto sui propri interessi di classe e sul livello raggiunto nella propria solerte attuazione di quel progetto. E altresì il con-sesso in cui si dettano le linee di tendenza della globalizzazione neoliberale su scala cosmopolitica, con tutti i paradossi che ben conosciamo.
Si lamentano delle disuguaglianze nel mondo, loro che a Davos sono i primi a occasionarle.
Si lagnano dell’inquinamento nel mondo, loro che raggiungono Davos con jet privati che inquinano oltremodo.
Ancora, vorrebbero far mangiare a noi larve, cavalletti e insetti loro che nei loro buffet sontuosi e luculliani consumano solo caviale, aragosta e tartufo.
Tra le tendenze fondamentali della globalizzazione neoliberale, quale viene forgiandosi nella fucina di Davos, lo sappiamo, vi è anche la disgregazione della famiglia e più in generale di ogni relazione altra rispetto al consumo. Relazione ormai deregolamentata, quella al tempo del capitalismo globalizzato, di cui la figura della escort è una esosa variante.
Lo potremmo chiamare “consumismo erotico”, il tempo della prestazione occasionale che vale non solo a livello contrattuale lavorativo ma anche a livello erotico.
A quanto pare a Davos sono piuttosto bravi anche con la pratica, non si accontentano della teoria ma mettono puntualmente in pratica le loro stesse teorizzazioni. Insomma sarebbe molto facile, come pure è stato fatto, fare ironia su questa vicenda che in effetti risulta inequivocabilmente tragica e insieme comica. Si potrebbe dire ad esempio che non stupisce che Davos risulti di fatto un grande postribolo, dato che, di fatto, coloro i quali hanno mandato il mondo in una sorta di grande postribolo amino essi stessi frequentare luoghi siffatti.
Ma aldilà delle ironie, quello che mi preme sottolineare è che una volta di più l’ordine della globalizzazione neoliberale appare orrendo.
Da qualunque prospettiva noi proviamo ad analizzarlo.
Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro