“Il bilancio della guerra di Gaza sui civili, segnatamente sui bambini, è troppo alto“. A profferire queste parole non è stato un non meglio precisato esponente del governo di Mosca, di Pechino o di Teheran. No, ad affermare quanto detto, citato dai media, è stato niente popò di meno che il segretario di Stato statunitense Anthony Blinken.
Lo ha fatto in una conferenza stampa in Israele. Insomma, perfino per la civiltà del dollaro, Israele sta decisamente esagerando con i suoi bombardamenti indiscriminati su Gaza. Bombardamenti indiscriminati che, lo ribadiremo ad abundantiam, non vanno a colpire i terroristi di Hamas, ma la popolazione tutta, compresi anziani, donne e bambini. Del resto le immagini che stanno facendo rapidamente il giro del mondo, nel tempo della comunicazione di massa, sono a dir poco strazianti. Ancora nei giorni scorsi abbiamo visto le immagini di camionette israeliane che passavano impietosamente sui cadaveri dei palestinesi.
E poi però il segretario Blinken spiega anche, quasi a correggere il tiro, che è del tutto infondata l’accusa di genocidio rivolta contro Israele. Per comprendere al meglio la postura del segretario Blinken può giovare forse un richiamo letterario. Quasi come se fosse un Dr. Jekyll e Mr. Hyde redivivus, Blinken, da una parte ammette apertamente che Israele sta esagerando con i suoi bombardamenti umanitari sulla popolazione civile, e dall’altra parte Blinken nega l’esistenza di un genocidio ai danni della popolazione palestinese. Come dire, la violenza è esagerata, ma non si tratta di un genocidio. Sarebbe interessante domandare allora a Blinken come qualificare questa strage d’innocenti, stante il fatto, lo ripetiamo, che Israele non sta bombardando terroristi, ma popolazione civile, con una vera e propria strage erodiana di bambini. Questa curiosa e intrinsecamente contraddittoria ambivalenza la dice peraltro lunga sulla situazione reale. All’orrendo terrorismo di Hamas, Israele ha sciaguratamente scelto di rispondere a propria volta in modo terroristico e lo ha fatto scagliandosi senza pietà sulla popolazione civile, senza neppure risparmiare i bambini. Questo peraltro accade in un silenzio assordante da parte della comunità internazionale che sempre più appare in verità il nome ipocrita che l’Occidente dà a se stesso per nascondersi dietro il velo di una universalità in realtà inesistente. Le contraddizioni di Blinken rispecchiano perfettamente l’ambiguità inaccettabile della cosiddetta comunità internazionale, cioè dell’Occidente con un altro nome.
Comunità internazionale che è sempre così zelante nel denunciare i crimini non occidentali e poi appare ugualmente restia nel denunciare quelli attuati dall’Occidente stesso. Per inciso, a proposito di genocidio, va sottolineato come il Sudafrica abbia denunciato un vero e proprio genocidio compiuto da Israele. E proprio per questo Israele dovrà essere ascoltato al Tribunale dell’AIA. Dico subito che non bisogna nutrire grandi speranze nel Tribunale dell’AIA, da che, come ci ha insegnato Danilo Zolo, si tratta pur sempre di una istituzione che risponde alla giustizia dei vincitori, i quali hanno sempre tutto l’interesse a ribadire il proprio punto di vista che non è affatto neutro o super partes. Si tratta, potremmo anche dire, del ritorno in grande stile del sofisma di Trasimaco, il quale, nel primo libro della Repubblica di Platone, dice assertoriamente che la giustizia, in fondo, non è altro se non l’utile del più forte.