Voglio esprimere alcune considerazioni sulla morte del blogger e dissidente russo Navalny perché ritengo che l’ipocrisia che ha accompagnato la notizia del suo decesso sia assolutamente inaccettabile, vada assolutamente smascherata. Siamo ovviamente tutti addolorati per la notizia, anzi esprimo personalmente le mie condoglianze alla famiglia, ma ritengo assolutamente intollerabile che per la sua morte, di cui non si sa ancora nulla di certo, ovviamente non c’è stato ancora il tempo neanche per una autopsia, eppure in Italia c’è già chi ha la verità in tasca e chi ha emesso la sua sentenza di condanna, è stato Putin. La più veloce a fare giustizia al dissidente russo, se giudichiamo dai tweet, è stata Mara Carfagna, ossia quella che era garantista quando le sentenze riguardavano il suo capo politico e che oggi invece diventa giustizialista al punto che ci fa sapere che non c’è neanche bisogno che la magistratura intervenga, che si facciano delle indagini.
È stato Putin, punto. Poi c’è l’ipocrisia di quelli come Tajani che invece si riempiono la bocca di parole bellissime sulla libertà di stampa e di espressione, ma lo fanno come al solito ad orologeria. Leggiamo insieme cosa scrive il ministro degli esteri Tajani.
Il governo sarà sempre a fianco di chi lotta per la democrazia, per la libertà di pensiero e per i diritti inalienabili di ogni essere umano. Sono molto colpito dalla morte di Navalny dopo anni di persecuzione in prigione. a questo punto di fare una piccola rettifica, anzi una piccola aggiunta, non me ne voglia il ministro Tagliani, tanto sono sicuro che la mia aggiunta sia in linea con il suo pensiero.
Sarebbe stato infatti più corretto scrivere il governo sarà a fianco di chi lotta per la democrazia, per la libertà di pensiero e per i diritti inalienabili di ogni essere umano, purché chi lotta per tutto questo non si chiami Julian Assange. purché chi lotta per la democrazia non lo faccia denunciando i crimini statunitensi, purché chi lotta per la libertà di pensiero lo faccia in nome di un pensiero unico dominante e purché la sua morte sia in qualche modo attribuibile, anche se pretestuosamente, ad un nemico del padrone a stelle estisce. Beh, sarebbe stato molto più corretto da parte di Tajani fare queste aggiunte.
Ricordo intanto anche al ministro Tajani che sono oltre 100 i giornalisti uccisi in queste ultime settimane, in questi ultimi mesi a Gaza. Eppure noi ho visto esprimere parole di condanna verso chi non ha permesso a quei giornalisti la libertà di pensiero e non ha tutelato i loro inalienabili diritti, come vedete ancora una volta due pesi e due misure, ma questo è davvero inaccettabile.
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