“Le risorse del Pnrr dedicate al mondo degli agricoltori, che per noi è particolarmente importante, passano da 5 a 8 miliardi di euro“.
Il premier Giorgia Meloni ha annunciato pochi giorni fa quello che sembrerebbe essere uno stanziamento accordato con l’Unione Europea.
La rivolta degli agricoltori di tutta Europa ha sollevato una questione di interesse pubblico non indifferente.
Gli agricoltori Germania e Francia sono stati i primi a marciare per le strade coi trattori, contestando le politiche europee su carne sintetica e accordi per l’importazione. Qualcuno ha già ottenuto un risultato. Macron ha chiesto all’UE un’eccezione sulle discusse politiche del Mercosur, che prevedevano importazione di cibi d’oltreoceano. L’Europa ha accontentato la Francia. La protesta si è accesa anche in Italia.
Il risultato però che avrebbe ottenuto la premier non ha trovato comunque consenso tra chi protesta.
Tra le principali controffensive di chi difende l’Europa ce n’è una secondo cui l’UE darebbe già molti contributi al mondo dell’agricoltura.
Gli ultimi fondi che dovrebbero arrivare sono 3 miliardi in più, sul PNRR. Danilo Calvani, presidente del Comitato Agricoltori Traditi, spiega perché non sarebbero utili a chi coltiva.
“L’Italia prende decine e decine di miliardi dal PSR, che paga l’Europa. Quindi sono soldi pubblici, sono soldi di tutti.
Ma succede che questi soldi vengono gestiti tutti dai centri d’assistenza agricoli. Sono totalmente nelle mani dei sindacati.
E su mille agricoltori che ci sono, lo prendono solo in 4 o 5, sempre gli stessi, che sono prestanomi di queste multinazionali.
Questa cosa ormai dura da anni, ecco perché quando dicono che l’Italia prende tanti soldi, prima di tutto dovrebbero cominciare a toglierli dalle mani di questi signori e renderli statali“.