Nel 2024, da poco principiato, la Russia di Vladimir Putin potrebbe crescere addirittura il triplo rispetto ai paesi dell’Unione Europea. A suggerire questa eventualità non è la Pravda. È invece il rotocalco di salda fede liberale atlantista Open, fondato, come sapete, dal direttore Enrico Mentana.
Eppure ci avevano garantito loro, gli amministratori del consenso, i monopolisti del discorso, gli organizzatori della grande forma di dominio simbolico dei dominanti, che la Russia di Putin sarebbe affondata nel volgere di poche settimane da quando la guerra ucraina ebbe inizio, nel febbraio del 2022. Come spesso accade, hanno la testa dura ai fatti e la realtà si incarica impietosamente di confutare le narrazioni distorte che vengono attuate dai demiurghi della propaganda, dagli strateghi del consenso liberale atlantista. La Russia non solo non sta affondando, ma anzi, lo suggerisce Open come ricordato, cresce impetuosamente.
Per parte loro i paesi dell’Unione Europea sono tragicamente in difficoltà, non solo per via dell’essenza stessa dell’Unione Europea e del suo fanatismo neoliberale. L’Unione Europea non è accidentalmente, ma per essenza nella condizione di affossare puntualmente i ceti medi e le classi lavoratrici. Basti considerare che nei trattati europei la espressione di piena occupazione compare una sola volta e come auspicio, non certo come fondamento di politiche reali.
Per converso il lemma competitività ricorre a tambur battente a ogni pagina dei trattati.
L’Unione Europea del resto, proprio perché ha privato i suoi stati di una moneta sovrana, impedisce loro di fare politiche espansive keynesiane, imponendo invece come unica soluzione percorribile l’austerità depressiva, ciò che puntualmente va a colpire appunto i salari e il lavoro, i ceti medi e le classi nazionali popolari. Oltre a ciò, tuttavia, aggravare vi è il costante spreco di danari destinati appunto all’Ucraina del guitto Zelensky, attore nato con la N maiuscola, prodotto in vitro di Washington se non di Hollywood.
Una mossa che naturalmente Bruxelles compie semplicemente obbedendo in maniera cadaverica agli imperativi di Washington. Washington che, come sappiamo, prova a impiegare l’Ucraina in guisa di bastone contro la Russia di Putin. Proprio in questi giorni, per inciso, l’Unione Europea ha deciso di mandare ben 50 miliardi a Kiev.
Proprio mentre gli agricoltori protestavano a Bruxelles, nelle stanze chiuse dei palazzi blindati, loro, gli euroinomani e gli austerici di Bruxelles, decidevano di usare i soldi per finanziare l’Ucraina. Soldi che ovviamente si sarebbero potuti meglio destinare alla sanità pubblica o all’istruzione, al welfare e alle classi lavoratrici europee. Ma si sa, l’Unione Europea impiega i nostri danari per salvare le banche in difficoltà o per foraggiare le guerre imperialistiche.
Mai con destinazione keynesiana, per le ragioni già chiarite. Insomma, dovrebbe essere evidente a tutti, anche a quelli che finora erano stati in una condizione di perplessità, un fatto ormai al di là di ogni ragionevole dubbio. L’Europa sta affondando e si sta facendo del male con le proprie mani, semplicemente perché non è autonoma, non è sovrana.
È, sic et simpliciter, una colonia senza dignità di Washington ed è destinata a pagare caro questo suo contegno, questa sua subalternità integrale alla civiltà neoleviatanica e talassocratica del dollaro.
Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro