Nuovo allarme smog in Lombardia: nelle città scattano le misure restrittive di contenimento dell’inquinamento.
Per alcuni tra i principali quotidiani italiani, Milano è paragonabile a città che versano in condizioni allarmanti in quanto a smog come Delhi o Dacca nella classifica delle città più inquinate al mondo. Per il sito svizzero IQair, il capoluogo lombardo è nella top 15 delle città in cui si registra il livello più alto di inquinamento atmosferico. La notizia ha destato scalpore, stampa e istituzioni si sono fin da subito mobilitate per monitorare la situazione. Il sindaco di Milano Giuseppe Sala però ha dichiarato: “Sono le solite indagini estemporanee gestite da un ente privato. Sono seccato di dover rispondere su questioni che non esistono. Informatevi meglio. Queste sono notizie da social, stiamo lavorando al meglio per migliorare la qualità dell’aria a Milano“.
Tesi corretta secondo un esperto del settore come il colonnello Mario Giuliacci, il quale ha chiarito ai microfoni di Stefano Molinari come la situazione, definita allarmante dalla stampa, non sia molto diversa da quella di cinquant’anni fa: “Possiamo dire che c’è stato un evento di nebbie old style, come erano 50 anni fa, perché ormai l’anticiclone africano è diventato così possente che in inverno è molto più incidente di 50 anni fa. Cosa fanno gli anticiclone? Dentro gli anticiclone come quello africano ci sono lente correnti discendenti, per cui qualunque cosa esca dal suolo – il vapore o gli inquinanti prodotti dalle auto in città – resta in pratica compresso verso il basso, tutto nei primi 200-300 metri, per cui gli inquinanti di ieri si sommano a quelli di oggi e quelli di oggi si sommeranno a quelli di domani fino a raggiungere valori molto elevati“.
Poi però c’è molto altro, oltre l’inquinamento: “Dobbiamo dire che purtroppo la Val Padana è sfortunata, perché a parità di inquinamento c’è un maggior accumulo di inquinanti. Mancano i venti, deboli e assenti. Se andate a vedere la Val Padana è una delle aree più inquinate del mondo, ma proprio per l’assenza di ventilazione e non perché siamo noi ad inquinare più degli altri paesi“.
“Tutto questo vociare che siamo la città più inquinata del mondo è relativo”, continua Giuliacci, “nel senso che è capitato questo evento, ma non è che capiterà in futuro sempre più frequentemente. Anzi, negli anni 70 c’erano nebbioni che addirittura erano neri perché c’era così tanta fuliggine nera che se tu con il dito passavi sul davanzale, vedevi che era nero, perché si usava gasolio e quindi l’inquinamento era molto più elevato di adesso. Ricordiamo che questa roba qua ammazzava, per esempio il grande smog di Londra nel 1952. In conclusione questi eventi di questi giorni non fanno pensare che la situazione è peggiorata. Ci sono stati 5 giorni di nebbia vecchio stile, così densa come era 50 anni fa e ha determinato questo evento, ma i nebbioni di questo tipo cominciano a essere rari, i nebbioni degli anni ’60-’70 non ci saranno più in maniera così numerosa come erano allora”.
Allora cosa dire delle allerte in prima pagina?
“Facendo questo tipo di informazione si crea allarmismo e sembra che le cose stiano peggiorando da questo punto di vista. Nebbioni così densi che durano una settimana erano una decina d’anni che non ne vedevamo. E’ stato un evento anomalo poco ripetibile nel futuro“.
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