Emergono le intercettazioni su Bergamo che smentiscono Speranza ▷ “Furono mancanze volute” [Parte I]


Cosa successe a Bergamo prima degli inutili lockdown?
Sono passati quattro anni dall’inizio della pandemia di Covid 19, ma sono molti i dubbi rimasti irrisolti e le domande che non hanno trovato una risposta. Per esempio se facendo esercitare da subito i medici e non intasando gli ospedali, non avremmo visto scene terrificanti tra sanitari esausti e persone lasciate senza cura.

“In attesa che la Commissione d’inchiesta parta, vogliamo raccontare cosa c’è dentro alle carte della Procura di Bergamo che raccontano questioni relative ai primi giorni del 2020. Chi parla è Francesco Borgonovo, che in questi giorni su La Verità raccoglie “il riassunto di alcune intercettazioni, tra i politici locali quali il Sindaco Gori, alcuni parlamentari del PD, esponenti della Regione e medici”.

E’ infatti ormai pubblica un’informativa dei Carabinieri con cui Conte e Speranza devono fare i conti, nel tentativo di difendersi in sede di Commissione, addossando tutte le colpe alle Regioni:
“Nelle carte emerge come il PD e il Governo non avessero alcuna intenzione di chiudere, ma facevano di tutto per lasciare aperte le attività, soprattutto di imprenditori che conoscevano e poi hanno cambiato idea” dice Borgonovo “emergono delle cose abbastanza pazzesche, come per esempio una telefonata del fratello di Giorgio Gori, noto medico di Bergamo, che affermava che negli ospedali non c’erano le mascherine nemmeno per i medici e per entrare in sala operatoria. Gori ha anche aggiunto: “Non abbiamo più niente, abbiamo mandato tutto in Cina e dobbiamo selezionare quelli che vivono e quelli che muoiono, a dare la precedenza ai giovani e lasciar andare gli anziani””.

Quelle carte giudiziarie esaminate da Borgonovo, non fecero parte nemmeno dei documenti analizzati a seguito dell’inchiesta di Bergamo.

Il commento del Dott. Giovanardi

“Nel 2006 ad Haifa c’è stata una riunione mondiale della Nato per studiare le emergenze biologiche: prima di tutto ogni sei mesi l’ospedale doveva fare un’esercitazione e per indossare una tuta anti- contagio erano necessari dei mesi, perché ci vuole il permesso della Medicina del lavoro, per via delle controindicazioni e per sapere come indossarla” dice Daniele GiovanardiResponsabile Sanità DSP “ma tutti gli ospedali italiani hanno proibito le esercitazioni, perché venivano considerate come una perdita di tempo, e nessuno sapeva più dove fossero le tute, come si indossavano, per non parlare delle mascherine che erano inesistenti: ma fu una mancanza voluta”.

“Inoltre tutte le indicazioni scritte nel Piano Pandemico dovevano essere attivate sin da subito e non è stato fatto” dice Giovanardi “tra cui la struttura fuori degli ospedali dove filtrare i pazienti asintomatici e l’attivazione immediata di tutti i medici sul territorio, convenzionati e volontari che dovevano andare a casa a visitare le persone e non in ospedale”.

“Vi svelo un retroscena”

“I miei colleghi in Pronto Soccorso erano terrorizzati perché cominciavano ad ammalarsi, la Direzione sanitaria gli vietò di effettuare il tampone e loro l’hanno occupata” afferma Giovanardi “poi il tampone è stato svolto ed è stato mandato ad un laboratorio di Bologna, io ho la lettera di risposta della Direttrice di Bologna al Direttore del Pronto Soccorso che dice: “Su 40, rimanga fra noi, ne abbiamo sviluppati solamente 2 perché non abbiamo i reattivi: per gli altri perdiamo tempo, non siamo in grado di dare una risposta”.

“In trasmissioni importanti mi hanno massacrato, sul concetto che se mettevo al corrente un mio paziente sulle controindicazioni di un farmaco, ero un cattivo maestro perché cosi non si sarebbero vaccinati. Tutte le grandi organizzazioni internazionali stanno cercando di tener vivo il vaccino, nascondendo però la realtà del singolo paziente. Non se ne possono sacrificare 100 per salvarne 1 milione, che poi non è successo”.

“Tanti altri medici dicono esattamente l’opposto ma senza portare dati e prove, e succede nei grandi media nazionali: non si vogliono confrontare, mentre il fior fiore degli scienziati e medici che fanno parte della Commissione Medica Indipendente, non sono stati ancora convocati dal Ministro per avere un confronto. Quindi quando Speranza dice di essere pronto al confronto, ma poi non si confronta, diventa una tragica farsa“.