La denuncia di Damascelli sulla Juve ▷ “È una squadra senza società. A livello pratico e politico”

La Juve è ingolfata e la pesante sconfitta casalinga contro l’Udinese ne è la dimostrazione.
Massimiliano Allegri ha perso di mano i suoi. La Juventus appare spenta, confusionaria, priva della grinta necessaria per ribaltare un risultato negativo come l’1-0 rimediato contro i bianconeri di Cioffi. Dopo lo scontro diretto contro gli ormai ex diretti rivali dell’Inter ha rappresentato uno spartiacque negativo per la stagione. Ma se non tutto il male viene per nuocere, molti mali esistono da tempo in casa Juventus, per venire fuori solo ora.
Ce ne ha parlato Tony Damascelli a ‘Radio Radio lo Sport’.


“La Juventus è non tanto nel punto di queste tre partite, quanto nel fatto che nelle ultime tre partite la Juventus ha segnato un gol. Ha segnato un gol con l’Empoli. E i portieri avversari non sono mai stati impegnati nelle tre partite.
Quindi vuol dire che c’è una deficienza evidente. Le colpe sono dei calciatori, ovviamente. Le colpe sono dell’allenatore.

Però vedo che viene trascurato il ruolo della dirigenza. Io l’ho già scritto domenica, esiste un grosso problema dentro la Juventus. C’è uno scollamento tra la dirigenza, la squadra, e Allegri.
Uno scollamento pericoloso perché viene fuori l’incompetenza o l’incapacità dei nuovi dirigenti e una certa superficialità, per usare un sostantivo morbido, di Giuntoli. Giuntoli non è molto vicino all’allenatore, e non ha un ruolo da dirigente vero in questo club.

Come non lo ha Scalavino, il quale si fa fare le fotografie insieme con qualche giornalista a Riad. Non lo ha Ferrero, che tra l’altro è alle prese insieme all’azionista di riferimento con situazioni molto, ma molto delicate. La Juventus è senza società a livello politico e pratico.

Se voi pensate che i grandi club italiani sono stati battuti 16 a 4 in lega per quanto riguarda le ultime discussioni, diritti televisivi eccetera, cioè riduzione del campionato, pensate un po’ qual è la dimensione del nostro calcio. In questa dimensione la Juventus si trova ai margini, non è più un punto di riferimento anche all’interno e ritengo che la situazione possa anche deflagrare. Massimiliano Allegri è soltanto una delle carte di questa situazione e secondo me non si trova una soluzione dicendo che la stagione della Juventus “comunque è molto positiva”.

La stagione della Juventus è in deficit sia finanziario sia tecnico perché quando un allenatore nella partita che deve vincere fa quelle scelte all’inizio, ti fa giocare una sola punta, tra l’altro Milik, e con Chiesa a 20 metri, e poi ti fa entrare in campo Iling Junior, Cerri, e Nicolussi Caviglia tenendo poi in panchina questo oggetto misterioso che si chiama Alcaraz, che lui non vede… lo posso dire, lui non vede questo ragazzo. E anche qui, c’è un po’ la dimensione di questa società. La Juventus va a prendere, in prestito, facendo pagare il salario al Southampton questo giocatore, che giocava in Serie B, e il direttore generale del Southampton dice “adesso lui sta lì, impara qualcosa, e a giugno torna da noi”. Ecco, questa è la dimensione della Juventus di oggi.

Tornando a ieri, l’Udinese ha giocato come la Juventus e la Juventus contro squadre che giocano come lei non sa cosa fare. Tutto gioco orizzontale, tutto gioco orizzontale con ritmi lenti e per cui ci sono responsabilità dell’allenatore, dei calciatori sicuramente. Tu hai parlato di profondo scollamento tra la società e la squadra compreso l’allenatore, volevo capire, siccome hai accennato però non l’ho capito bene, giuntoli in tutto questo? Giuntoli è un ottimo professionista, però incominciamo a dire che non segue la squadra sul pullman. Arriva in ritardo agli appuntamenti e non lavora bene con l’allenatore”