E’ scontro aperto davanti la sede RAI di Napoli. In mattinata in molti si sono radunati alla zona adiacente lo stadio Diego Armando Maradona per contestare il comunicato dell’AD post-Sanremo, dove Ghali ha usato la parola “genocidio” in riferimento a quanto sta avvenendo a Gaza nel conflitto israelo-palestinese.
Abbiamo chiesto a Francesco Amodeo, presente sul posto, com’è andata. Questa la testimonianza da Stefano Molinari.
La prima manganellata
“Non mi sono neanche piaciuti alcuni cori che sono stati fatti contro le forze dell’ordine. Quindi parlo con totale obiettività e vi dico che non c’era assolutamente nessuna giustificazione alla reazione avuta dai poliziotti. Come si vede nelle immagini, la prima manganellata parte da un poliziotto che non era neanche in prima linea, era in seconda o terza fila addirittura.
Lui colpisce senza neanche mirare a qualcuno in particolare, colpisce nella mischia. Ha preso in testa una donna, probabilmente quella che voi avete intervistato, ed un fotoreporter, quindi qualcuno che stava facendo il proprio lavoro. Poi ovviamente si sono surriscaldati gli animi, ma è avvenuto dopo la manganellata, quindi non è che gli animi surriscaldati hanno costretto i poliziotti ad intervenire con i manganelli, è successo esattamente il contrario”
Le pretese
“Era tutto molto tranquillo, ovviamente c’erano dei cori contro Israele, contro la RAI, per la libertà di informazione, contro la censura. Si stava facendo in quel momento un po’ di pressione perché chi manifestava voleva avere la possibilità di poter mettere uno striscione sui cancelli della RAI. Quello era l’obiettivo dei manifestanti.
C’era uno striscione con la scritta RAI, Radio Televisione Israeliana, uno striscione fortemente provocatorio, però stiamo parlando di libertà di espressione, di libertà di manifestare il proprio dissenso. Ve lo dico con tutta l’obiettività che contraddistingue il mio lavoro, non c’era assolutamente nessuna ragione per partire con colpi di manganello. Ritengo che sia stato un abuso del potere di alcuni poliziotti, questo ci tengo a chiarirlo.
Vi assicuro che c’è stato un applauso da parte di tutti i manifestanti, credo si veda in video, quando uno dei ragazzi al microfono racconta che molti giornalisti RAI hanno fatto un comunicato per dissociarsi da quella che era stata invece la nota dell’amministratore delegato che prendeva le distanze dalla parola genocidio pronunciata da Ghali.
Quindi quello che molti chiedevano era di ascoltare il parere dei giornalisti che invece non hanno voluto prendere distanze da quel comunicato per capire se lo fanno per una questione di paura per quello che potrebbe accadere al proprio lavoro o davvero pensano o che la RAI debba essere utilizzata per portare avanti quella che è la propaganda israeliana, perché quello che è stato fatto con il comunicato dell’amministratore delegato è quello, cioè tirare acqua soltanto dal mulino di Israele, senza mai menzionare neanche la questione palestinese”