Bisogna riconoscerlo apertamente, l’ordine discorsivo neoliberale e di marca atlantista è riuscito nell’impossibile impresa di rovesciare completamente le cose. Un’impresa davvero notevole, in forza della quale il discorso neoliberale dominante è riuscito addirittura a nobilitare come eroi e paladini della libertà quelli che, a un’attenta analisi, sono addirittura vicini a posizioni neonaziste. Ad esempio, l’ordine neoliberale è riuscito a trasformare i neonazisti del battaglione Azov in eroi della libertà e della democrazia, addirittura in lettori della critica della ragionpratica di Kant.
Più recentemente è riuscito a trasformare xenofobi e nazionalisti come Navalny, che addirittura invitavano a trattare i musulmani come scarafaggi da eliminare, in eroi della libertà e della democrazia. Oltretutto vedere ex comunisti schierati con Washington, con Israele e con Navalny, rappresenta una prova ulteriore della metamorfosi kafkiana del vecchio e nobile comunismo, divenuto oggi un deplorevole presepe di pentiti, rinnegati, persi sulla via di Damasco e cultori delle proprie catene. Uno scenario davvero deprimente.
A proposito di Navalny, continua l’opera di beatificazione che già abbiamo descritto nei giorni scorsi e che non accenna a diminuire. Sì, proprio così, Navalny è stato mutato dall’ordine discorsivo dominante in un vero e proprio martire ed eroe della libertà. Perfino il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha detto che Navalny era animato dal desiderio di libertà.
Eppure, a un’analisi attenta di chi realmente è stato Navalny, come già abbiamo suggerito, emerge ben altra immagine dell’uomo. Uomo che, in quanto morto, rispettiamo, come sempre si rispetta la morte anche di chi non condividiamo nulla, e che tuttavia non possiamo concedere in alcun modo che venga mutato in un eroe della libertà e della democrazia, per il semplice fatto che egli ha agito con ben altri intenti e con ben altra prospettiva. Proprio in questi giorni peraltro a Roma si è svolta una fiaccolata in memoria di Navalny come eroe martire della libertà, alla quale oltre al Sindaco di Roma, Gualtieri hanno preso parte alcune sigle, alcuni esponenti, che francamente mai ci saremmo aspettati di trovare in quel consesso di manifestanti a favore di Navalny.
Ecco, possiamo ben dire allora, a modi norma generale, che l’ordine neoliberale, in funzione del proprio obiettivo di dominio, riesce davvero a rovesciare l’ordine delle cose e a nobilitare come eroi anche coloro i quali, in tempi non sospetti, erano classificati dallo stesso ordine neoliberale come neonazisti o come comunque prossimi a posizioni xenofobe, nazionaliste, violente e del tutto avulse rispetto a ogni contesto democratico e di difesa dei diritti. A questo riguardo la signora Navalny, vedova dopo la morte del marito, è già stata trasformata dall’ordine discorsivo dominante come la nuova eroina, come colei che porterà avanti le battaglie del marito. Giova ricordare a questo riguardo, che con buona pace della narrativa liberale atlantista, Navalny non è mai stato un grande oppositore di Putin, più che altro perché è stato trasformato in leader dell’opposizione dall’Occidente liberale atlantista, ma in Russia non ha mai avuto una grande parte nell’opposizione, considerato il fatto che il più grande oppositore di Putin in Russia si chiama Zjuganov ed è la guida del Partito Comunista.
Partito comunista, che oltretutto critica Putin per essere troppo moderato nelle sue posizioni critiche verso l’Occidente e verso l’imperialismo statunitense.
Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro