La morte di Navalny è stata etichettata da tutto il mondo occidentale come opera di Putin. Ad oggi non è ancora chiaro quali siano le cause della morte del dissidente russo detenuto in un carcere siberiano. Sarà un tribunale russo a stabilire le cause della morte, anche se ad oggi nemmeno i familiari hanno potuto vederne il corpo. “Io sostengo che non sappiamo perché è avvenuta la morte di Navalny, ci parlano di malore improvviso, ne vediamo tanti tutti i giorni, perché per lui non vale? Salvini ha detto ‘lo stabiliranno i giudici’ e gli sono saltati addosso perché i giudici russi non sono affidabili. E sono affidabili i nostri che hanno detto che senza Siero la gente si trasferiva il virus che era una cazzata gigantesca. Chi stabilisce chi sono i buoni, i cattivi, i giusti o i sbagliati? Sono solo quelli che fanno comodo al pensiero dominante. Dicono che la morte di Navalny faceva comodo a Putin, secondo il mio parere no. Quindi che non fosse giusta la sua detenzione in Siberia, come non è giusto Guantanamo, come non sono giusti alcuni carceri qui da noi, siamo d’accordo.
Ma vogliono prendere gli italiani per cretini totali. Siccome non credo che il popolo italiano sia un popolo di stupidi, io vorrei che, riaccendendo il cervello, si cerchi di capire che caspita possa essere successo”. Questo il parere di Fabio Duranti sulla vicenda, che fa il paio con una storia raccontata da Alberto Contri: “Racconto una storia di fantasia. Ci sono le foto della moglie di Navalny, la Navalnaya, che se la spassa con il suo boyfriend mentre il marito sconta 19 anni. Lei gongola della notorietà che gli deriva che il suo marito, che in realtà sarebbe un agente dei servizi occidentali, ci sono diversi filmati che lo dimostrano, è stato scelto per la propaganda antirussa. Lei gongola del fatto che è stata scelta per mandare avanti la sceneggiata. Passarella alla conferenza di Monaco della signora Navalnaia e la Ursula la candida all’Unione Europea insieme a se stessa. Organizzazione di manifestazione per glorificare il nazista russo Navalny. Fine della storia di fantasia“.
Il Dottor Vanni Frajese mette l’attenzione sugli aspetti economici che fanno da sfondo a questa vicenda: “Io credo che tutto quello che ci viene presentato e ripresentato con questa modalità di programmazione del pensiero sia sempre funzionale a qualcosa. Quindi, nell’epoca della post-verità, in cui sapere che cosa è successo è semplicemente impossibile, quando viene utilizzate questa retorica ricorrente è ovvio che ha una funzionalità, a prescindere dalle ragioni, completamente diversa, che in questo momento è quello di provare a dare un ulteriore supporto alla richiesta di 50 miliardi che il Parlamento europeo dovrebbe di nuovo dare all’Ucraina. In un momento in cui oltre il 90% della popolazione europea di questa guerra non ne vuole sentir parlare più, anche perché ha portato un sacco di problemi anche a noi stessi, perché non solo l’abbiamo finanziata in una maniera molto importante, ma abbiamo dovuto cambiare l’approvvigionamento energetico”.
La narrazione creata attorno alla politica russa secondo Martina Pastorelli conferma l’opinione di Frajese: “Sono d’accordissimo, chioso dicendo che oggi veramente più che mai, è vero quello che mi disse qualche tempo fa Pietrangelo Buttafuoco in un’intervista, la storia la scrivono gli sceneggiatori e qui abbiamo sceneggiatori all’opera che fin nel dettaglio evidentemente programmano e costruiscono la narrazione, il racconto, con tempismo perfetto, con i personaggi giusti“.