L’ufficialità della sentenza non lascia più speranze a Paul Pogba: la squalifica è confermata, 4 anni per il francese risultato positivo al test antidoping lo scorso Agosto. La notizia mette fine all’avventura di Pogba in maglia bianconera e, con tutta probabilità, alla sua carriera.
Attraverso un comunicato stampa diffuso via Instagram, Pogba ha annunciato il ricorso al TAS di Losanna: “Oggi sono stato informato della decisione del Tribunale Nazionale Antidoping e ritengo che il verdetto non sia corretto. Sono triste, scioccato e affranto dal fatto che mi sia stato tolto tutto ciò che ho costruito nella mia carriera di giocatore professionista. Quando sarò libero da restrizioni legali la storia sarà chiara, ma non ho mai assunto consapevolmente o deliberatamente alcun integratore che violasse le norme antidoping. Come atleta professionista non farei mai nulla per migliorare le mie prestazioni utilizzando sostanze vietate e non ho mai mancato di rispetto o imbrogliato i colleghi atleti e i sostenitori delle squadre per cui ho giocato o contro cui ho giocato“
“A seguito della decisione annunciata oggi” conclude “presenterò ricorso presso il Tribunale Arbitrale dello Sport“.
Furio Focolari ha commentato le parole di Pogba ai microfoni di Radio Radio Lo Sport: “Dispiace vedere un calciatore che finisce la carriera, però io sono uno di quelle persone che pensa che chi sbaglia deve pagare. Ha sbagliato, lo ha ammesso lui stesso, non pensava che fosse doping, glielo ha dato un suo amico medico negli Stati Uniti, pensava un integratore. Io credo che un professionista non possa commettere certi errori e se anche volessi credergli e onestamente faccio fatica a farlo, ma se anche volessi credergli sarebbe comunque un errore grave e quindi la legge è legge, come si dice “dura lex sed lex”, quindi mi dispiace perché dispiace sempre vedere queste cose e pensare al dolore che prova quel ragazzo adesso. Però, ripeto, chi sbaglia paga, ragazzi. La legge non ammette ignoranza, quindi chiaramente sono discorsi che in qualche modo è giusto fare, ma fino a un certo punto, purtroppo, perché in effetti è una carriera che credo finisce qua“