I venti di guerra in Europa non si placano, anzi, la situazione sul versante Ucraino potrebbe precipitare a breve. La morte di Navalny ha scosso lo scacchiere geopolitico, le dichiarazioni dei leader europei contro la Russia si sono fatte più nette e decise. Lo ravvisa Francesco Borgonovo che mette a sistema le dichiarazioni provenienti dalla Francia e da Bruxelles: “Ursula Von der Leyen ha fatto un discorsino al Parlamento europeo in cui dice delle cose da mettersi le mani nei capelli. Negli ultimi giorni ci sono stati un po’ di eventi inquietanti. Prima Macron dice che bisogna mandare le truppe non Nato in Ucraina a combattere contro i russi, scatenando la risposta indignata anche dei tedeschi. Poi la Von der Leyen dice che bisogna fare acquisti comuni di armi, bisogna accelerare sulla difesa europea.
Poi arriva il Financial Times che pubblica i report sul fatto che la Russia potrebbe utilizzare le armi nucleari. Sono cose che tutti sappiamo, tutti conosciamo, però mi sembra che ci sia un lieve cambiamento di passo dopo la morte di Navalny, un’accelerazione, forse il tentativo di dare un colpo di coda a questa situazione”. L’ospite di Punto e Accapo Alessandro Rico aggiunge alcuni elementi preoccupanti alla ricostruzione di Borgonovo: “Tira indubbiamente una brutta aria. Agli episodi che hai segnalato tu aggiungerei una frase che ha detto ieri il commissario europeo Breton, pure lui francese, ‘bisogna che l’Europa si svegli, dobbiamo passare a un’economia di guerra’. Io ricordo agli ascoltatori che queste cose erano teorie che circolavano all’inizio del conflitto.
La mia sensazione è che pian piano ci stiano dicendo delle cose. Macron ha buttato lì quella frase sul fatto che non bisogna escludere l’invio delle truppe, per vedere l’effetto che fa, mettiamola così. Poi ha visto l’effetto che ha fatto, ha visto che la stessa Germania ha detto che c’è una linea rossa che non bisogna superare. Il ministro degli esteri francese ha fatto un po’ il pompiere e ha detto no, ma noi intendevamo dire che serve supporto magari per la costruzione di armi in loco, per lo sminamento. Certo, però poi se ti trovi personale armato sul territorio che viene colpito dai russi, quella è un’azione di guerra”.