Roger Waters lo storico ex membro dei Pink Floyd, è stato scaricato dalla BMG l’azienda che deteneva i suoi diritti musicali. Waters era sotto contratto con l’etichetta dal 2016, la crisi era nell’aria da tempo e ora i rapporti tra i due sembrano essersi interrotti. La causa del divorzio tra il colosso musicale e il musicista statunitense è la posizione anti- Israele che avrebbe assunto Waters. Il cantautore sostiene che la scelta di smettere di collaborare insieme, sia stata dettata dalla pressione di alcuni gruppi Pro- Israele.
Le dichiarazioni di Waters
Il genocidio che si sta consumando a Gaza e vede coinvolti Palestina ed Israele non lascia indifferenti l’opinione pubblica né lo Star System. Non ha lasciato indifferente nemmeno Roger Waters, che si è lasciato andare ad alcune dichiarazioni troppo esplicite in merito al conflitto di Gaza. In un’intervista dello scorso Novembre con il giornalista Glenn Greenwald, il cantautore aveva detto che “Hamas aveva l’obbligo morale di resistere all’occupazione nell’attacco del 7 ottobre” e lasciando intendere che l’intelligence israeliana non potesse non sapere dell’attacco di Hamas avvenuto quel giorno. Nello stesso intervento Waters aveva affermato che alcuni gruppi con interessi filo-israeliani su Bertelsmann (il colosso editoriale di Bmg) stavano esercitando forti pressioni per farlo licenziare dall’etichetta musicale Bmg. La conferma del divorzio tra i due è arrivata dopo pochi mesi.
Le posizioni politiche di Waters
Non solo Israele, il musicista statunitense si era lasciato andare ad altre dichiarazioni in merito al conflitto tra Russia e Ucraina. Waters era stato invitato dalla Russia davanti al Consiglio di Sicurezza ONU, e aveva affermato che l’invasione in Ucraina del 2022 “non era non provocata”. Questo discorso rientrerebbe tra i motivi per i quali sommando le dichiarazioni anti-Israele, l’artista è stato scaricato dalla Bmg. Il musicista ha sempre espresso apertamente le sue posizioni politiche e religiose. E’ noto lo schieramento a Sinistra di Waters e il suo favoreggiamento per il Partito Laburista.
Waters, è antisemita?
Lo storico musicista dei Pink Floyd è stato più volte accusato di anti-semitismo per le sue posizioni in difesa della Palestina. L’accusa arriva anche dai parlamentari inglesi di entrambi gli schieramenti politici e persino dal Dipartimento di Stato americano. La goccia che ha fatto traboccare il vaso e ha inclinato l’immagine di Waters risale al 17 Maggio 2023. Quel giorno il musicista si era esibito in un concerto sul palco della Mercedes-Benz Arena di Berlino. L’artista aveva indossato un cappotto nero e dei bracciali rossi e durante il concerto sullo schermo sono apparsi i nomi scritti in rosso di Anne Frank e Shireen Abu Akleh: una giornalista palestinese uccisa durante da un raid israeliano 2022. Quest’esibizione è costata a Waters un’indagine da parte della polizia tedesca per presunta istigazione all’odio. Gli inquirenti avevano appurato che l’artista voleva vestire i panni di un ufficiale delle SS. ll Ministero degli Esteri israeliano aveva dichiarato che il musicista aveva “insudiciato la memoria di Anne Frank e dei sei milioni di ebrei assassinati durante l’Olocaust“. L’ambasciatore israeliano all’ONU Danny Danon aveva detto che “Waters vuole paragonare Israele ai nazisti“. Come se non bastasse il 29 maggio 2023 Rogers ha voluto esibirsi alla Festhalle a Francoforte, dove nel 1938 furono radunati 3000 ebrei prima di venire deportati. Inizialmente il comune di Francoforte ha cercato di impedire l’esibizione del musicista ma alla fine Rogers ha vinto in sede legale. Quest’anno la CAA (Campaign Agaist Antisemitism) ha pubblicato delle e-mail contenenti riferimenti dispregiativi nei confronti degli ebrei. Nelle e-mail del 2010 il compositore affermava di voler lanciare sopra il pubblico durante i suoi concerti, alcuni coriandoli a forma di svastiche, stelle di David e del dollaro. In altre missive suggeriva di far aleggiare sopra le teste del suo pubblico un maiale gonfiabile con su scritto uno slogan antisemita.
La posizione dello Star System
La guerra in Medio Oriente ha letteralmente diviso il parere e leso la credibilità di molti personaggi influenti. Inevitabilmente quando si sceglie di schierarsi, il rischio è quello di perdere i consensi. Kylie Jenner si era schierata recentemente pro Israele e nel giro di poco tempo aveva perso oltre 1 milione di followers. Persino le sorelle Hadid figlie dell’imprenditore palestinese Mohamed Hadid avevano scritto “non c’è nulla di ebraico nel trattamento del governo israeliano nei confronti dei palestinesi. Condannare il governo israeliano non è antisemita”. La risposta è arrivata niente di meno che dallo Stato di Israele che ha replicato: “Non c’è nulla di valoroso nel massacro degli israeliani da parte di Hamas, condannare Hamas per quello che è (Isis) non è anti-palestinese. Dormivi la scorsa settimana, quando i bambini ebrei venivano massacrati? Noi ti vediamo”. Anche altri personaggi noti nel mondo dello spettacolo e social e quindi ancora più dipendenti dal consenso dei like hanno espresso la propria opinione, da Madonna, Gal Gadot e Nina Dobrev. La conseguenza? Ondate di odio da parte dei followers che hanno espresso vicinanza al popolo Israeliano.