Incredibile parlare di vaccini dopo già un paio d’anni. E invece no.
Perché la complessa e controversa storia sugli effetti avversi trova nuovi cruciali aggiornamenti.
Il vaccino anti Covid proposto nell’era pandemica ha più volte catturato l’attenzione negli anni.
In primis, ad avergli dedicato così tanta importanza sono state case farmaceutiche, poi l’OMS e poi gli Stati nazionali.
A ruota, la narrazione sulla cura proposta è stata pressoché orientata verso una sola direzione: “il vaccino funziona”, caso chiuso.
E gli effetti avversi? Non è di certo mancata una parte che ne negava addirittura l’esistenza. Stando ad uno studio recentemente pubblicato su ScienceDirect, chi si ostinava a negare o sminuire i danni da vaccino aveva torto. Con un campione di 99 milioni di persone lo studio in questione rappresenta una delle analisi più massive fino ad ora.
Il risultato? “Questa analisi multinazionale – si legge – ha confermato i segnali di sicurezza prestabiliti per miocardite, pericardite, sindrome di Guillain-Barré e trombosi del seno venoso cerebrale. Sono stati identificati altri potenziali segnali di sicurezza che richiedono ulteriori indagini“.
Claudio Borghi, senatore Lega, lo ha portato all’attenzione pubblica in un tweet.
Il suo commento in diretta a Lavori in Corso.
“Fino all’altro ieri sembrava veramente incredibile parlarne o pericoloso parlarne, adesso si scopre improvvisamente che questi effetti avversi esistono. In aula dicevo: ma perché io ragazzi e bambini li devo mettere a rischio di effetti avversi che non so se ci sono – ma probabilmente potrebbero capitare perché stiamo parlando di un medicinale non provato e non testato – a fronte di un rischio zero?“.
E sulla posizione del partito nel tema dell’obbligo vaccinale: “Se uscivamo dalla maggioranza all’epoca lo sapete cosa sarebbe successo?
Che Draghi stappava lo spumante e sarebbe stato obbligo per tutti, anche bambini“.
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