Il caso Acerbi-Juan Jesus sbarca in Procura FIGC. In settimana il procuratore Chinè ascolterà entrambi, probabilmente prima il giocatore del Napoli, poi il difensore dell’Inter, in queste ore ascoltato dalla società.
Secondo indiscrezioni della Gazzetta dello Sport Acerbi, che continua a negare il presunto insulto razzista rivolto in campo a Jesus, avrebbe riferito alla società di un fraintendimento. Non avrebbe detto “Sei solo un negro“, ma “ti faccio nero“. Cosa che dovrà essere accertata dalla giustizia sportiva oltre ogni ragionevole dubbio, come ci ha spiegato l’esperto di diritto sportivo Roberto Afeltra.
“Il reato di razzismo è gravissimo e infatti prevede una pena minima di 10 giornate, ma si può arrivare anche a uno o due anni di squalifica“, dice a ‘Radio Radio Mattino – Sport & News”.
Ma c’è un ma: “Proprio perché è così grave, la prova deve essere a sua volta gravissima. Quindi deve esserci per prima cosa che il fatto sussista, altrimenti dovrebbe essere prosciolto. Essendo una cosa grave che non consente le attenuanti generiche né il patteggiamento, la prova deve essere rigorosamente raggiunta. Il fatto deve essere accertato“.
Non è dunque sufficiente che lo dica Juan Jesus, “perché non è una fonte ufficiale di prova. Se lo avesse scritto l’arbitro La Penna quello si che sarebbe una fonte di prova. Juan Jesus no“.
Una squalifica di un anno o due sarebbe davvero una stangata per il calciatore della nazionale, che ora deve dunque difendere la possibilità di non terminare la carriera in anticipo.