La ricerca della realtà che dovrebbe concretizzarsi anche nel lavoro di media e giornalisti oggi, come mai prima nella storia moderna, risulta essere carente. Salvo alcuni rari casi esiste una narrazione dominante veicolata da personaggi dalla competenza dubbia che propinano presunte verità campate in aria. Un modello denunciato da Fabio Duranti: “Noi trattiamo delle tesi, discutiamo delle tesi, cerchiamo di capire qual è plausibile, quale non lo è, le fonti da dove vengono: così funziona la politica, così funziona l’informazione, così funziona una società civile. All’italiano invece fa più comodo l’etichetta Putiniano, Novax, questo funziona. Non c’è la sensazione che forse siamo anche un po’ immaturi da questo punto di vista come Paese?”
Alla domanda risponde l’endocrinologo Giovanni Frajese con una riflessione a 360 gradi sul mondo moderno e sul rapporto consequenziale tra potere dominante, media e cittadini: “È il risultato di quello che è stato fatto negli ultimi 20-30 anni, cioè quello di assottigliare talmente tanto la coscienza delle persone, tanto da renderla indirizzabile con un messaggio semplice e ripetuto. E funziona benissimo, l’abbiamo visto in tutto quello che è successo in questi ultimi anni, l’abbiamo visto con la storia del Covid, l’abbiamo visto con la guerra in Palestina, l’abbiamo visto con la Russia.
Non è un problema che riguarda solamente l’Italia, è un problema che riguarda gran parte del mondo occidentale, anzi ti dirò di più, è un problema che riguarda l’umanità in quanto tale. Platone con la sua famosa storia della caverna, spiegava più di duemila anni fa, che c’è qualcosa che normalmente racconta una narrazione alle persone, e questa narrazione sono ombre che vengono proiettate su una parete, ma in realtà non è la verità. La verità è fuori dalla caverna ed è completamente differente dalle ombre che sono proiettate“
Lo stesso meccanismo di manipolazione della coscienza, avviene nell’ambito della guerra. I cittadini vengono ingannati e illusi di vivere un altro genere di realtà, venendo indirizzati dai mass media radio, tv e giornali, a compiere determinate scelte. In questo caso si parla di una sorta di illusione collettiva secondo Frajese, incentivata soprattutto dal fatto che l’essere umano ha perso la concezione di cosa sia l’umanità. Quindi l’uomo diventa incapace di comprendere realmente cosa sia la guerra, nella sua crudeltà, infamia e brutalità. Questo perché incappare nella vista di immagini di morti e feriti in guerra sta diventando normale, ma non dovrebbe essere cosi. Non dovremmo essere abituati a questo genere di realtà, ma imparare a vedere le cose con altri occhi. Solo cosi potremmo cogliere la vera realtà del mondo, e non la verità fallace che vogliono imporci.
Queste le parole di Frajese: “Non posso non rimanere basito di fronte alle immagini che ho visto, dell’attentato a Mosca. Intanto perché possono circolare ed essere viste, e poi perché vedo a che punto siamo arrivati. Viviamo in un mondo dove per 5.000 dollari si può andare a uccidere persone come se fossero insetti o zanzare, senza nessun tipo di di emozione. Mi stupisco che questi video, tra l’altro, possano circolare perché noi vediamo quello che non vorremmo mai vedere: un uomo ridotto al peggio di se stesso, praticamente una bestia che non dà nessun valore alla vita altrui. Nel frattempo a Gaza stanno continuando a morire decine di migliaia di civili, tra i quali bambini. Nessuno batte un ciglio. Il mondo è diventato una sorta di illusione collettiva gigantesca nel quale trovare un briciolo di verità è veramente complicato”
“Chi è che sta lottando per fare in modo che ci sia davvero la pace? Visto che in fondo la guerra non la vuole vedere nessuno. In questo momento mi sembra ancora più chiaro il quadro di distopia e di separazione totale che c’è tra la volontà delle persone e quello che sta accadendo al livello governativo, europeo e della NATO. Come se il popolo un tempo sovrano in realtà non contasse nulla, e assiste stupefatto alla recita della vita della quale non è protagonista“