Siamo ben consapevoli di vivere in un’epoca di battaglie sociali contro le discriminazioni, le più svariate. Woke: è questo il neologismo coniato per definire un’ideologia fondata sull’attenzione maniacale nei confronti di qualsiasi tipo di discriminazione. Dalle differenze di genere all’omofobia, passando per razzismo ed ecologia. L’ideologia Woke salta da una discriminazione all’altra, da una battaglia all’altra, nasce con nobili scopi, finisce per diventare una linea di pensiero estrema, esasperata, portata al limite.
Alla luce del suo lavoro giornalistico sull’ideologia Woke, Martina Pastorelli, ha riportato ai microfoni di ‘Un Giorno Speciale’ l’origine di questa degenerazione di pensiero: “Il motore dell’ideologia woke e l’odio per l’uomo bianco occidentale che è considerato il responsabile di praticamente tutti i mali, discriminazione di carattere raziale, sessuale, etniche, problemi ecologici“.
“Gli stessi attivisti dell’ideologia woke” continua la Pastorelli “definiscono la loro attenzione maniacale verso tutto ciò che riguarda le discriminazioni o i problemi causati dal maschio bianco occidentale. Loro dicono che è una paranoia sana perché ritengono di vedere e combattere delle discriminazioni che noi non vediamo. Il problema è che perdono di vista magari altre discriminazioni che invece noi patiamo sulla nostra pelle“
Anche Alberto Contri ha commentato la questione: “Secondo questa ideologia bisogna fare attenzione all’inclusione, bisogna fare attenzione a non offendere questa comunità, non offendere quell’altra, dimenticando che così facendo si fanno discriminazioni al contrario, per cui scatta quel meccanismo secondo il quale, ad esempio, “se difendi la famiglia, sei contro gli omosessuali“
Ascolta l’intervento integrale di Martina Pastorelli e Alberto Contri ai microfoni di ‘Un Giorno Speciale’
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