Dobbiamo tornare sulle dimissioni Victoria Nuland, sottosegretario di Stato americano. Necessariamente.
Innanzitutto perché è assurdo che i media mainstream non abbiano assolutamente coperto né approfondito la notizia.
Eppure dell’Ucraina ci hanno raccontato qualsiasi cosa. Si dimette negli Stati Uniti la Nuland, che è sempre stata l’eminenza grigia degli affari statunitensi in Ucraina: nulla si muoveva in Ucraina senza il consenso della Nuland.
Nuland che è stata il sottosegretario per gli affari esteri sotto addirittura sei presidenti americani e dieci segretari di Stato.
In Ucraina poi è stata, lo ripeto, il deus ex machina a partire dal 2008.
Nel 2014 è stata l’artefice del colpo di Stato a Kiev, il famoso Euromaidan.
Yatsenyuk, che fu scelto come primo ministro dopo quella rivolta, era un uomo scelto da Victoria Nuland, così come si vince dall’intercettazione telefonica che emersa, quella famosa intercettazione in cui Victoria Nuland diceva «Fuck the EU» (“F***ulo l’UE”).
La Nuland è anche colei che ha dovuto ammettere l’esistenza di laboratori biologici ai confini con la Russia.
Lo ha dovuto ammettere all’inizio della operazione speciale di Putin e lo raccontò con fare molto preoccupato.
Sembrava veramente grave il fatto che Putin potesse mettere le mani su quei laboratori dove avevano in precedenza messo le mani gli americani. Proprio il marito della Nuland, Robert Kagan, un neoconservatore – uno dei fautori del “Project for a New American Century” statunitense, ossia il progetto per un nuovo secolo di dominio americano – scriveva in un documento, “Rebuilding American Defense”, che gli Stati Uniti devono essere pronti a tutto qualora una nuova superpotenza dovesse imporre o minacciare di imporre un mondo multipolare.
Gli americani dovevano essere pronti a qualsiasi cosa. Robert Kagan in quel documento scriveva che anche la guerra biologica da strumento del terrore potrebbe trasformarsi in uno strumento politicamente utile qualora servisse agli americani per consolidare la propria leadership e per fermare il multipolarismo.
Fa sicuramente impressione sapere che la Nuland gestiva dei laboratori biologici ai confini con la Russia, li gestiva ovviamente il nome per conto del Dipartimento di Stato americano, come lei stessa ha dovuto ammettere. Il marito scriveva in un documento militare che gli Stati Uniti dovrebbero essere disposti anche ad utilizzare armi biologiche come strumento politicamente utile.
Questa è proprio la frase che è visibile all’interno del documento “Rebuilding American Defense” del PNAC, il Project for a New American Century, di cui proprio Robert Kagan è stato uno dei fautori.
La Nuland non ci mancherà, però è assurdo che i media non abbiano trattato l’argomento, anche perché questa è una grossa sconfitta per Zelensky, una grossa sconfitta per l’intera Ucraina. Infatti la Nuland era considerata da tutti il “falco antirusso“.