Di imposizioni ‘green’ l’Unione Europea non è mai stanca: dopo le strette sulle emissioni delle automobili, ora si passa alle case.
Il 12 Marzo, all’interno della sessione plenaria, il Parlamento Europeo ha dato l’ok definitivo alla direttiva europea ‘Case Green’.
L’obiettivo dell’ennesima normativa imposta, appena passata al vaglio, è la riqualificazione del patrimonio edilizio europeo e il miglioramento dell’efficienza energetica.
Il macro obiettivo, invece, è sempre quello di rendere tutti i paesi dell’eurozona a emissioni zero entro il 2050.
Sulla testa dei cittadini, a questo punto, cade l’ennesima incudine ‘green’, che li obbligherà ad adattare le proprie abitazioni agli standard imposti dai diktat dell’UE. Prima con le macchine, ora con le case: il cittadino europeo è ormai succube della tagliola ecologica che arriva dall’alto e che, chissà, magari, arricchisce più di qualcuno.
Secondo Gabriele Guzzi, economista e saggista, questo nuova svolta rappresenterebbe un’ennesima dimostrazione da parte dell’Unione Europea: “Mi sembra che il problema dell’inquinamento, il problema della distruzione dell’ambiente, della natura, che comunque lo sviluppo economico in parte ha prodotto, sia un ottimo esempio di come le oligarchie, perché noi viviamo in un mondo largamente dominato da oligarchie in conflitto tra di loro, vogliano curvare questo bisogno, questa necessità reale a proprio vantaggio. Quindi diciamo che il capitalismo più estremo appunto, ma che forse non si potrebbe neanche chiamare così, cerca di curvare questa necessità a proprio vantaggio, sostanzialmente distruggendo l’economia reale, distruggendo l’economia dei popoli, impoverendo sempre di più i ceti popolari facendo pagare a loro il costo di questa cosiddetta transizione e facendo su queste politiche cosiddette green pacchi e pacchi di profitti“
“Quindi” continua Guzzi “credo che noi dovremmo focalizzare meglio qual è la sfida dei nostri tempi, cioè da una parte direi che si potrebbe dire con una battuta è sottrarre da questo potere tutte le giuste battaglie che questo stesso potere si è appropriato, di cui si è appropriato indebitamente. E su questo mi dispiace dirlo, ma l’Europa non fa eccezione, anzi, è l’avanguardia, direi, di queste agende, di questi programmi di trasformazione sociale, antropologica, che da Davos arrivano a tutti i popoli, ma che dovrebbero farci paura. Anzi, a me fanno proprio paura. Quando io guardo i loro summit, io proprio rabbrividisco. E ho timore dei loro progetti, perché li abbiamo visti quali sono poi i loro progetti e gli effetti di questi progetti sono isolamento, discriminazione, marginalizzazione e omologazione del discorso pubblico, per cui dobbiamo insomma tenere le antenne bene attenti“