Dopo la morte di Navalny in Russia il clima non è per niente sereno. La scomparsa del dissidente russo ha scosso l’opinione pubblica europea sicuramente, ma anche russa. “Lei come osserva questa forma di dissenso di massa così pericoloso a Mosca?” La domanda di Stefano Molinari è rivolta a Tommaso Cerno, neo Direttore de “Il Tempo”. La risposta del direttore traccia un nuovo scenario che riguarda la politica interna russa: “Questa è la prima volta che Putin in qualche modo mostra di avere paura di qualcosa che è imputabile al suo regime, perché Navalny non è il primo dissidente che muore in circostanze sospette o palesemente figlie di un trattamento di Stato che l’ha portato alla morte. Ma è la prima volta che si fa tanti scrupoli, che ha paura che stia succedendo qualcosa di diverso dal solito, che è stato sempre il silenzio.
Anche perché l’Occidente, e questo bisogna dirlo, quando firmava con Putin i trattati, quando andava a inaugurare le Olimpiadi, quando erano amici,…Non è che Putin non ha avuto storie come quella di Navalny, solo che noi come sempre, quando ci comodava, facevamo finta di non vederle. Questa volta lui teme che da questo martire in qualche modo del regime in un momento così strano del mondo, possa nascere un seguito, possa avere rotto qualcosa e possa questa gente che tu chiami coraggiosa, ma che in Russia c’è, non ce la fanno vedere, ma c’è, e può diventare sempre di più fino a essere un popolo alternativo”.