C’è il via libera del governo sui test psico-attitudinali per diventare magistrati.
A partire dal 2026 dunque, docenti universitari nominati dal Csm presidieranno la prova orale, da implementare con un test scritto sul modello di quelli effettuati in polizia. Poi sarà la volta del colloquio psicoattitudinale diretto dal presidente della commissione esaminatrice.
Un cambiamento contro cui l’Anm protesta con forza: “Più che una sciagura, è una norma simbolo”, dice il presidente Giuseppe Santalucia, “lo scopo era creare una suggestione nell’opinione pubblica, che i magistrati hanno bisogno di un controllo psichico”.
E’ dello stesso avviso il magistrato Alfonso Sabella: “Abbiamo ceduto semplicemente a una provocazione, uno spreco di risorse pubbliche totalmente inutile“.
A ‘Lavori in Corso’ il Pm spiega anche il suo perché: “Era qualcosa che probabilmente qualche esponente della maggioranza doveva a Silvio Berlusconi. Lo scenario qual è, che visto che la psicologia non è una scienza esatta? Che noi ci ritroveremo 2000 psicologi davanti al Tar che diranno che il test degli eventuali bocciati invece era perfetto. Quindi saranno ammessi. Avremo perso tempo, soldi e avremo magistrati meno preparati nel tempo in cui avranno effettuato il ricorso. Era una soddisfazione che si volevano togliere? Se la sono tolta“.
Non è dello stesso avviso il già Presidente UCPI Beniamino Migliucci: “In altri paesi i magistrati non si sentono provocati e lo fanno con grande tranquillità. Non vedo nulla di singolare o di provocatorio. Naturalmente i test devono essere di una certa scientificità. Io non trovo scandaloso che il Csm, in accordo col ministero, trovi una formula che possa tranquillizzare sull’equilibrio dei magistrati, cosa che accade in altri paesi“.
Ascoltate lo scontro ai microfoni di Stefano Molinari.
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