Leggo dell’ondata di indignazione per l’oscuramento del discorsetto banale e fanciullesco dello scrittore Scurati sul 25 aprile. Un discorsetto banale e fanciullesco, bisogna pur riconoscerlo con onestà. Pieno di luoghi comuni e di vuota profondità, per dirla con Hegel. Scurati, infatti, non dice nulla contro la violenza dei mercati e dell’imperialismo, fingendo invece che la violenza oggi sia quella del fascismo, per fortuna morto e sepolto più di 70 anni fa.
Il governo Meloni va criticato senza pietà per il suo neoliberismo ostentato e per il suo servile atlantismo, non certo per il fascismo, che c’entra come i famosi cavoli a merenda. La tesi di Scurati sul ritorno del fascismo è francamente imbarazzante, per il semplice fatto che non c’è nessun fascismo in Italia, per fortuna. C’è però un male non meno trascurabile del fascismo, e si chiama neoliberismo, o turbocapitalismo che dir si voglia. È un male terribile che nasconde la violenza oscena del mercato dietro il suo anonimato impersonale. La violenza dell’ordine liberale dei mercati non ha nulla da invidiare a quella dei fascismi o delle altre dittature novecentesche, che se non altro firmavano direttamente i loro crimini, laddove l’ordine dei mercati agisce vigliaccamente nell’anonimato, con formule deresponsabilizzanti come «ce lo chiede il mercato, ce lo chiede l’Europa». Formule anonime con le quali si giustifica l’oscenità quotidiana con cui le banche tolgono la casa ai cittadini o le imprese multinazionali sfruttano allo sfinimento i lavoratori. L’ho detto e voglio ribadirlo. L’antifascismo in assenza di fascismo è un patetico alibi per non essere anticapitalisti in presenza di capitalismo. Come disse Max Horkheimer, non ha diritto di dirsi antifascista chi non è anticapitalista. L’antifascismo in presenza di fascismo era eroico e trovava in figure massimamente nobili come Antonio Gramsci la propria fulgida espressione. L’odierno antifascismo in assenza di fascismo fa ridere ed è patetico, da che serve solo a giustificare la violenza della civiltà dei consumi, la quale viene sacralizzata e celebrata oscenamente come società democratica che deve essere difesa contro il fantomatico possibile ritorno del fascismo, cioè indistintamente contro tutto ciò che possa mettere a repentaglio la tenuta della società neoliberale, fosse anche il ritorno di Marx o di Lenin.
Insomma, ci vogliono far credere che dobbiamo difendere lo status quo, presentato come democrazia, da tutto ciò che possa trasformarlo, subito abbinato all’orrore del fascismo. Scurati lo ha pure scritto in un suo libercolo, Il populismo e perciò stesso fascismo. Scurati non sa evidentemente che il populismo oggi incarna l’esigenza di sovranità popolare e di recupero della democrazia contro l’ordine oligarchico della plutocrazia neoliberale. Non sa nemmeno che il populismo nacque in Russia come variante del socialismo. Come sempre, l’ordine dominante scredita ogni possibile soluzione, producendo il dissenso contro il dissenso e dunque riconfermando il consenso verso l’ordine dominante. Contro la plutocrazia neoliberale e contro il suo imperialismo dai bombardamenti umanitari, Scurati non ha, salvo errore, una sola parola da spendere. Per lui la società così com’è va benissimo, bisogna proteggerla dal ritorno del fascismo. Ma sarebbe la cosa più facile del mondo dimostrare che la società così com’è non ha nulla di democratico, è invece una plutocrazia neoliberale imperialistica. una vera e propria oligarchia finanziaria incardinata sulla finta democrazia elettorale con cui si scelgono liberamente, per modo di dire, partiti di destra liberale, di sinistra liberale o di centro liberale. Contro detta oligarchia finanziaria e plebiscitaria, lo Scurati non sembra aver nulla da dire.
Perché Scurati non dice nulla contro il neoliberismo e l’imperialismo? Ma è chiaro come il sole il perché. Perché se lo facesse, dovrebbe criticare non solo la destra neoliberale, ma anche la sinistra neoliberale, che tanto lo celebra e che non è, meno della destra, funzionale all’ordine neoliberale e imperialistico dominante. Lo ripetiamo per l’ennesima volta. Il nemico oggi non sono il comunismo e il fascismo, estinti ormai da diversi lustri. Il nemico oggi è il capitalismo neoliberale e imperialistico, contro il quale appunto il signor Scurati non pare avere nulla da dire.