Roma, 7 gennaio 1978, cinque giovani militanti del vecchio Movimento Sociale Italiano sono pronti per uscire dalla sede del partito Acca Larentia, nome della stessa via dove è stata aperta nel Quartiere Tuscolano.
Ed ecco la strage, attorno alle 18.30 Giuseppe D’Audino, Francesco Ciavatta, Franco Bigonzetti, Maurizio Lupini e Vincenzo Segneri mettono piede fuori dalla porta e Bigonzetti e Ciavatta rimangono uccisi da un colpo d’arma da fuoco. Il primo sul momento, il secondo ore dopo in ospedale. Gli altri riescono a salvarsi rientrando nella sede. La banda armata fugge.
A seguito si radunano di fronte ad Acca Larentia giornalisti, forze dell’ordine e altri militanti. Qui un’altra vittima: Stefano Recchioni della sezione del Colle Oppio, rimasto ucciso da un colpo alla testa durante gli scontri con i carabinieri. La dinamica di quest’ultima morte, nonostante sia avvenuta pubblicamente, ancora viene definita come dubbia.
Valentina Mira, autrice del libro “Dalla stessa parte mi troverai”, si ritrova oggi attorno a una tempesta mediatica. Il motivo è legato ad Acca Larentia: avrebbe raccontato i fatti mostrando poca empatia verso le vittime, tenendosi su un filo invisibile che divide i buoni dai cattivi: i ‘fascisti’ dai ‘comunisti’, secondo la morale comune dove i secondi sono rappresentati sempre come sinonimo di bontà e altruismo e i primi come dittatori. Ma ormai non dovrebbe più esistere questa catalogazione, i tempi sono cambiati e la strage di Acca Larentia dovrebbe essere ricordata solo per la morte di tre giovani e non per altro. Il libro di Mira è finito tra i finalisti del Premio Strega e, proprio per qusto, doppiamente contestato anche da alcune sezioni politiche. “È il momento di smontare il circo mediatico e culturale di taluni scrittori e giornalisti”, così hanno affermato Foti e Mollicone di Fratelli d’Italia.
Ne discutono in diretta Francesco Borgonovo e Annalisa Terranova (Vicedirettore di Il Secolo d’Italia).
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