La digitalizzazione avanza in tutto il mondo.
Dagli anni ’90 in poi la tecnologia ha fatto passi da gigante, e con la globalizzazione è stata portata in tutto il mondo con la promessa di facilitare e migliorare la vita di tutti i giorni. Poi le istituzioni hanno scelto di utilizzarla anche per altri scopi.
Infatti in un certo periodo, la digitalizzazione poteva addirittura sapere se fossi pericoloso o meno per la salute altrui. Il tutto tramite un codice QR. Il Green Pass ce lo ricordiamo per aver fatto la promessa senza successo di mantenere gli spazi chiusi al sicuro dal Covid. Quali spazi? Scuole, università, luoghi di lavoro, bar, ristoranti, palestre: la lista dei luoghi in cui chi non voleva la somministrazione del vaccino non poteva entrare è lunga e varia. Con la fine dell’emergenza tutto sembra essere tornato alla normalità. Almeno così la vedono i più scettici sulla Commissione Covid, che vorrebbero semplicemente lasciare al passato tutto ciò che è stato.
Per Rob Roos, eurodeputato olandese, è un atteggiamento poco prudente: strumenti come il Green Pass potrebbero tornare di nuovo, ma “questa volta sarà permanente“.
All’International Crisis Summit tenutosi a Washington tra il 21 e il 25 febbraio di quest’anno, l’europarlamentare invita a riflettere su un’altra emergenza che potrebbe far rievocare certi strumenti e limitazioni: il climate change.
“Non voglio essere chiamato complottista” – dice Roos – “e allora cito le parole di Barbara Baarsma, importante banchiera olandese“.
“Dovremmo spartirci i diritti sulle emissioni di carbonio rimanenti. Ogni cittadino dovrebbe ricevere una quota fissata di emissioni. Si inserisce in un Carbon Wallet“. Queste le parole di qualche anno fa della CEO della Rabobank Amsterdam.
L’intervento di Rob Roos sottotitolato in italiano.
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