Oggi vi voglio parlare della normativa più importante all’orizzonte, ovvero l’ESG, Environment, Social and Governance. Sull’ESG ho scritto libri e articoli su Banca Finanza. Ma di che cosa parliamo? Riguarda il fatto che le aziende abbracciano sempre di più la prospettiva ESG focalizzandosi sull’ambiente, sul sociale e sulla governance per affrontare le sfide attuali e costruire strutture imprenditoriali più sostenibili.
Una recente indagine dimostra che circa due terzi degli imprenditori vedrebbero dei vantaggi economici nell’integrare questi fattori nel cuore dell’azienda, trasformando la sostenibilità da costo a investimento redditizio. Mi piacerebbe sapere con quali criteri siano state fatte queste interviste… Tuttavia la spinta politica su questo tema sembra rallentare, soprattutto negli Stati Uniti dove sta emergendo un cosiddetto ESG populism ovvero il populismo di questa teoria.
Nonostante ciò, gli investitori orientati alla sostenibilità continuano a crescere e si prevede che entro il 2030 rappresenteranno il 70% del mercato. Le Banche sono chiamate a svolgere un ruolo chiave nell’accelerare questa transizione, mentre l’armonizzazione degli standard europei sulla rendicontazione della sostenibilità potrebbe facilitare il confronto e valutazione delle prestazioni aziendali nel tempo e nello spazio.
E il 30% invece? Sembra che l’entusiasmo per la sostenibilità aziendale stia diventando la nuova moda del momento, ma è importante essere scettici riguardo alla sincerità di questi sforzi. Mentre le aziende si affrettano a mostrare il loro impegno verso gli ESG, resta da vedere se le azioni corrisponderanno alle parole. Questa è la posizione di uno dei più importanti quotidiani italiani, il Corriere della Sera.
Vi dico di stare molto attenti però: perché io che opero tutti i giorni, facendo consulenza di strategia nelle imprese e conosco la vita aziendale, vi dico che dietro a questa materia c’è molto, molto populismo.
Ciò non toglie il fatto che parlando con amici di Banca è chiaro il fatto che la direzione sia quella. Quindi le imprese, soprattutto di piccola, media e micro dimensione, non hanno ancora capito che sulla loro testa sta per abbattersi una vera e propria rivoluzione per la quale sarà necessario avere un piano strategico per poter rispondere operativamente a questa cosa. Altrimenti è solo fuffa, altrimenti è solo teoria e gli imprenditori ne pagheranno le conseguenze. In parte sta già succedendo, le Banche stanno già chiedendo informazioni, il credito viene monitorato in funzione di questo fattore e sempre più sarà erogato in funzione dei piani strategici che le aziende faranno.
Malvezzi Quotidiani – L’economia umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi