Dalla Russia all’Ucraina. Dall’Iran a Israele, passando per tutto il Medio Oriente. I conflitti si stanno allargando su scala mondiale, se in occidente incombe l’ansia da conflitto mondiale, in oriente una crisi profonda sta smuovendo dalle fondamenta gli equilibri diplomatici tra gli stati. L’ansia cresce e gli italiani si pongono sempre più interrogativi. Chi sta prendendo davvero le decisioni per la nostra nazione? Come possiamo continuare a parlare di Amadeus e questioni futili, quando in questi momenti delicatissimi si decide il futuro del nostro paese e dell’Europa tutta?
Meloni non si espone troppo, lavora diplomaticamente, non prende posizioni nette. Siamo con l’Ucraina, ma si tratta anche con la Russia. Siamo contro Israele ma l’Iran non è nostro nemico, anche se fatichiamo a dirlo pubblicamente. La sensazione è quella di essere uno stato bandiera, che segue il vento di altri stati e non è in grado di assumere posizioni nette e un grado maggiore di autorevolezza. La sensazione è quella di pendere dalle labbra di decisioni altrui, che siamo costretti a emulare per non stravolgere i nostri di equilibri.
“Sovranità limitata”, così la definisce il giornalista Giacomo Gabellini: “L’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni è completamente saturata da questioni irrilevanti e invece argomenti che intaccano la vita di milioni di persone e hanno un impatto diretto sulla nostra vita passano in secondo piano. Ci accorgiamo come non abbiamo nessun elemento per trasformare le istanze di un popolo in scelte politiche coerenti. Le decisioni che sono state prese riguardo ai conflitti sono state assunte senza prendere minimamente in considerazione gli orientamenti della popolazione, siamo guidati da una sorta di pilota automatico. Questo succede quando perdi le guerre, noi paghiamo ancora il dazio della sconfitta nella seconda guerra mondiale, da quando siamo stati trasformati in un paese a sovranità limitata“
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