Archiviato l’ultimo processo contro Roberto Speranza. Ma sarà davvero così?
Il procedimento sull’ex ministro della Salute per le decisioni prese in merito di sanità nazionale durante il Covid ha trovato l’archiviazione da parte di tre giudici. Speranza era stato accusato di diversi crimini, anche molto pesanti, ora archiviati presso il Tribunale dei ministri di Roma. Questo nonostante gli infiniti dubbi sulla gestione della pandemia e delle cure proposte, soprattutto dopo gli Aifa-leaks, le mail scovate da Fuori dal Coro. Stando a quelle rivelazioni, i dipendenti dell’Agenzia del farmaco avrebbero omesso o minimizzato gli effetti avversi da vaccino anti-Covid.
Speranza ha esultato sui suoi profili social l’assoluzione. Poi le altre rivelazioni sull’interrogatorio. “Sapevo che il 20% degli effetti avversi al vaccino era gravissimo”, avrebbe detto l’ex ministro secondo quanto riportato da La Verità. “Eseguivo gli ordini”.
Le motivazioni di Speranza sono bastate alla Procura per decidere di archiviare la denuncia del Comitato Ascoltami.
Ma non finisce qui, secondo l’avvocato Renate Holzeisen che ha visionato il decreto di archiviazione, quest’ultimo contraddice perfino le indicazioni comunitarie dell’EMA, che parlavano ben oltre l’inizio della campagna vaccinale espressamente di effetti avversi sconosciuti e di casi di studio ancora in esecuzione.
Proprio l’esecuzione degli ordini degli organi sovranazionali era stato uno dei punti cardine della difesa dell’ex Ministro.
“In tutta Italia pendono diverse denunce a carico dell’ex ministro Speranza. Non è vera la notizia che questo era l’ultimo procedimento instaurato per denuncia di reati molto gravi a carica non soltanto di Roberto Speranza ma di tutte le persone che avevano dei ruoli applicali nel Ministero della Salute, nell’Istituto Superiore della Sanità, ma soprattutto anche dell’AIFA. E dunque è ancora tutto aperto. Ho avuto la possibilità di leggermi questo decreto di archiviazione del Tribunale dei Ministri e sinceramente si rimane allibiti.
La motivazione è infondata e urta con il contenuto di documentazione istituzionale proveniente proprio da quegli organi che sono, secondo la normativa sul farmaco vigente nell’Unione Europea, e dunque anche in Italia, competenti per l’autorizzazione via centralizzata dei farmaci.
La documentazione istituzionale confuta completamente quanto questi tre giudici, tra l’altro tre donne, hanno sostenuto in modo del tutto infondato“.
Qui la seconda parte
“Due aspetti – dice l’avvocato – sono proprio un falso grossolano. La prima: che la ricerca sarebbe stata ‘completata’ prima di mettere i cosiddetti vaccini nelle campagne vaccinali. E secondo, che i vaccini si sarebbero dimostrati sicuri ed efficaci prima di essere utilizzati nelle campagne vaccinali“.
L’analisi integrale in diretta di Renate Holzeisen.