Il Brasile fa guerra a Elon Musk.
O meglio, è il Presidente del Tribunale supremo federale, Alexandre de Moraes, il giudice che negli ultimi giorni ha scatenato la sua furia contro Twitter e il suo patron. Questo perché al ban richiesto dal governo brasiliano degli account considerati di “disinformazione” (in particolare i critici di Lula, dopo l’assalto al Congresso del Paese nel 2023), Musk ha risposto con la riattivazione. Seguono poi i tweet di accusa dello stesso proprietario del social nei confronti del giudice brasiliano. “Questo giudice ha sfacciatamente e ripetutamente tradito la Costituzione e il popolo brasiliano. Dovrebbe dimettersi o essere messo sotto accusa”.
De Moraes inaugura così la guerra contro Musk: con la promessa di fare a lui 20mila dollari di multa per ogni account non gradito riattivato.
Uno scontro di fondamentale importanza per tracciare la linea che definisce cosa sia la libertà di parola e cosa sia disinformazione.
Maddalena Loy ha commentato in diretta a Un Giorno Speciale.
“Michael Schellenberger, un giornalista statunitense, ha detto che il Brasile è sull’orlo della dittatura.
Questo perché de Moraes ha dato disposizioni alla Twitter brasiliana di dare indirizzi, numeri di telefono e tutti i dati sensibili di tutti quelli che venivano identificati come critici nei confronti del governo. Ha anche chiesto peraltro di sospendere gli account perfino di alcuni deputati dell’attuale opposizione. Musk si è ribellato. Allora il giudice de Moraes ha stabilito che Musk non può permettersi di non dare questi dati, e che se non li dà, X verrà chiuso in Brasile. E Musk ha detto poi che sembra che tutti i dipendenti Twitter brasiliani, di Twitter Brasil, stiano per essere arrestati“.
L’intervento integrale a Un Giorno Speciale | 10 aprile 2024.
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