Nella notte l’Iran ha lanciato un attacco diretto contro Israele utilizzando droni e missili. Secondo quanto dichiarato dal portavoce dell’esercito israeliano, Daniel Hagari, la gran parte dei circa 300 proiettili lanciati è stata intercettata con successo dalle difese aeree dello Stato ebraico.
Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno riferito che dell’arsenale lanciato dall’Iran e da alcune milizie filo-Teheran, 170 droni sono stati neutralizzati prima di penetrare lo spazio aereo israeliano, mentre 25 dei 30 missili da crociera lanciati sono stati abbattuti dall’aeronautica israeliana.
Alle manovre di difesa d’Israele hanno partecipato sia le forze statunitensi che britanniche, contribuendo a contenere la capacità offensiva dell’attacco iraniano. Il presidente americano Joe Biden, in una recente telefonata con Netanyahu, avrebbe comunicato che gli Stati Uniti non sosterranno in ogni con caso un contrattacco israeliano contro Teheran.
Alcuni missili balistici lanciati dall’Iran sarebbero riusciti ad evitare le contromisure, colpendo la base aerea di Nevatim, nel sud di Israele. Questo ha causato danni limitati, ma ha evidenziato la vulnerabilità inaspettata di alcune aree strategiche d’Israele. Tuttavia, l’attacco iraniano sembra aver avuto un impatto limitato, sollevando interrogativi sulla sua effettiva volontà strategica rispetto ad una risposta di carattere simbolico e scenografico. Da quanto si apprende dalle fonti locali, tutti gli attori regionali sarebbero stati avvertiti dell’offensiva iraniana.
Questo attacco, risposta al recente raid israeliano al consolato iraniano a Damasco, potrebbe portare ad una possibile escalation delle tensioni nella regione, con implicazioni internazionali significative.
La posizione dell’Iran
In una nota emessa dallo Stato Maggiore iraniano, si afferma che l’attacco è stato una risposta diretta all’azione israeliana contro il consolato iraniano in Siria. “Israele ha oltrepassato i limiti prendendo di mira il nostro consolato in Siria, ed è stato necessario rispondere”, si legge nella dichiarazione di Teheran. “Il nostro attacco è terminato e non desideriamo continuarlo, ma risponderemo con forza se Israele prenderà di mira i nostri interessi. Se Washington partecipasse ad un attacco contro di noi, prenderemo di mira le sue basi nella regione e non sarà sicuro.”
Intanto, un Comandante della Guardia Rivoluzionaria iraniana ha fornito ulteriori dettagli sull’operazione durante un’intervista con l’emittente Al Jazeera. Ha spiegato che l’Iran avrebbe potuto lanciare un’operazione su vasta scala, ma ha scelto di mirare a obiettivi specifici nei territori occupati. “La nostra operazione è stata limitata e di successo”, ha dichiarato il Comandante. “Abbiamo colpito i siti che costituivano il punto di partenza per prendere di mira il nostro consolato in Siria.”