Israele, si fanno i conti con la spesa militare: “Pezzo dopo pezzo stiamo precipitando in un economia di guerra. Abbiamo un aumento del deficit pubblico per finanziare il riarmo e una spinta inflazionista a danno dei salari. I dati del World Bank indicano che nell’ultimo decennio l’UE ha accresciuto la spesa relativa agli armamenti di quasi un quarto. L’Italia stessa è andata oltre con aumenti superiori al 25%.
Bisogna scegliere: o austerity o guerra inflazionistica?”. Così scrive sul Manifesto Emiliano Brancaccio, noto economista. Ricordiamo che si continua ad aumentare la spesa pubblica per gli armamenti e molte delle azioni attivate da questo concetto di economia di guerra vanno contro al nuovo patto di stabilità e delle stesse regole europee.
Francesco Borgonovo e Giacomo Gabellini, ricercatore e saggista geopolitico, analizzano la situazione in diretta: Gabellini afferma: “Vediamo anche alcune dichiarazioni di leader politici europei che vanno nella stessa direzione. Mi soffermerei in particolare su due uscite ossia quella di Presidente Macron e quella di Ursula von der Leyen. Macron disse sostanzialmente di lasciare aperta la porta alla possibilità dell’invio di truppe della NATO in territorio ucraino per sovvertire l’esito. Mentre Ursula von der Leyen ha dichiarato apertamente che l’obiettivo dell’Unione Europea dovrebbe essere quello di implementare un sistema produttivo in grado di fabbricare e garantire la fabbricazione di armi”.
L’obiettivo perciò sembrerebbe proprio mettere in piedi un’economia di guerra, e a risentirne, come accade più che spesso, è il popolo.
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