Non è più crisi, ma crisi nera: la Juventus di Allegri non scende in campo contro la Lazio di Tudor e rimedia una sconfitta, l’ennesima, che infervora gli animi dei tifosi. Il vantaggio guadagnato nella prima parte di stagione e dilapidato in buona parte, ora rischia di gettare la squadra in un torneo infernale per guadagnare anche la Champions League, un traguardo che chiamare fondamentale per le casse della società è un eufemismo.
Il quarto posto – come minimo – e la Coppa Italia sono gli ultimi obiettivi che potrebbero ridare un senso alla stagione. Ma non tutti si augurano che già da domani sera, contro la Lazio, si inverta la tendenza.
Tony Damascelli, ad esempio, quasi “spera” nell’ulteriore caduta. Ci ha spiegato perché a Radio Radio Mattino – Sport & News:
“C’è un fotogramma che racconta la partita di sabato. Il gol di Marusic, per chi segue, per chi studia tatticamente le partite. Ci sono nove juventini in area e quattro laziali.
L’errore grave non lo fa il ragazzo mandato in campo da Allegri, l’errore gravissimo lo fa il portiere. Lo stesso portiere che poi, nel dopo partita, fa anche il docente e fa anche lo strafottente nei confronti dei propri compagni. Questo è un altro segnale dell’indisciplina totale che regna dentro la Juventus, a livello societario e a livello di spogliatoio.
Mi attendo una lenta, inesorabile caduta della squadra e mi auguro che questo accada già domani sera contro la Lazio in Coppa Italia. Me lo auguro nel senso che deve finire l’equivoco che non riguarda solo l’allenatore.
Voi avete parlato di Weah.
Weah è arrivato insieme con Alcaraz e Djaló. Io questo l’ho detto a Cristiano Giuntoli: non sono tre biglietti da visita promettenti.
Dopodiché la squadra è piena di paure. Basta vedere anche gli occhi, l’espressione dei giocatori quando a fine partita sono andati verso i propri tifosi e qualche frame, qualche fotogramma successivo che riguarda Nonge e Rabiot sorridenti (ma questo può anche essere un equivoco). Io ritengo che la squadra sia totalmente sfiduciata e impaurita. E occorrerebbe un cambio che non riguarda, ribadisco, solo l’allenatore“.