Oggi è impossibile immaginare un mondo senza tecnologia: stiamo perdendo la nostra indipendenza ad agire senza di essa. Siamo vittime di un sistema che vuole distruggere le risorse naturali della terra, sostituendole con quelle artificiali. Quello che però dimentichiamo, dice Fabio Duranti, è che la macchina è soltanto un algoritmo e l’intelligenza che possiede non è reale. In effetti, possiamo considerare reale un’intelligenza che è artificiale? Se poi ci aggiungiamo, che l’algoritmo nasce dalle capacità di un cervello naturale, comprendiamo che ad essere invincibile è l’uomo e non la macchina. L’algoritmo è esattamente il prodotto di istruzioni date da un uomo. Infatti le élite dominanti censurano la libera espressione attraverso la tecnologia. “La censura è il primo desiderio dei potenti. Con la tecnologia ci illudiamo di essere in contatto con il mondo, ma lo siamo solo con le follie del potere” specifica Duranti. In effetti tra le gesta più singolari compiute dall’algoritmo, c’è stata quella di censurare la nudità di un’immagine che rappresentava un crocifisso.
Durante le feste pasquali, Facebook ha bloccato Radio Maria per “Contenuti di nudo e atti sessuali”. Il social ha letteralmente rimosso dalla rete un post riguardante l’atto della crocifissione. Tra tutte le immagini inappropriate che Facebook poteva censurare, la scelta è ricaduta su una rappresentazione sacra e religiosa. L’ennesima dimostrazione che l’IA in realtà non ha un’intelligenza, potendo solamente obbedire agli ordini.
“L’algoritmo funziona cosi: scrive che 2 + 2 fa 4, fino a quando il potere gli dirà di scrivere 4. Non ha intelligenza: non esiste l’intelligenza di una macchina. Le parole realtà virtuale e intelligenza artificiale, sono ossimori dei tempi moderni che dovremmo cancellare. L’algoritmo non è intelligente, proprio perché non fa sconti a nessuno. Pensare che un corpo nudo sia un’oscenità significa distruggere lo spirito critico. La nudità può essere volgare a seconda del contesto. Un’opera d’arte come può essere un’oscenità? Per non parlare di Gesù in croce” commenta Duranti.
“Questo è il punto: oggi ci vorrebbero succubi di un algoritmo che è semplicemente il risultato di una serie di istruzioni concatenate l’una all’altra. Ma chi stabilisce queste istruzioni? Un uomo che l’ha programmata o che ha dato ordine di farlo“.