Il mercato del lavoro è in continua evoluzione e richiede diverse soft kills che i giovani devono conoscere e mettere in pratica. I percorsi che si possono intraprendere, senza rinunciare all’università e venendo retribuiti, esistono. Il Servizio Civile universale è la scelta volontaria di dedicare 1 anno al servizio del proprio Paese e alla collettività. In particolare, si legge sul portale: “al servizio di difesa, non armata e non violenta, della Patria, all’educazione, alla pace tra i popoli e alla promozione dei valori fondativi della Repubblica italiana, attraverso azioni per le comunità e per il territorio.” Il Servizio Civile è aperto a tutti i giovani con un’età compresa tra i 18 e i 28 anni di età. Si tratta di un’opportunità formativa, che arricchisce le competenze del giovane e dona un contributo fondamentale alla società.
Spesso il Servizio Civile offre anche delle opportunità d’inserimento lavorative. Tra le principali difficoltà che hanno i giovani, c’è quello di trovare lavoro dopo l’Università. Per questo motivo il Servizio Civile è una valida soluzione. “Molti giovani sentono la pressione del sistema universitario e il Servizio Civile aiuta a far capire che lavoro si vuole intraprendere dopo un percorso di studi” afferma il Consigliere di Presidenza e Vicario Deleghe: Salute, Benessere e Servizio Civile Consiglio nazionale Giovani, Francesco Marchionni. Inoltre oggi, il 15 % dei posti nei Bandi Pubblici sono riservati a chi svolge il Servizio Civile.
Insomma, si tratta di un’azione volontaria (con retribuzione) che arricchisce le competenze pratiche, amalgamandole alla teoria delle aule universitarie. “È la politica più interessante sul piano del coinvolgimento delle politiche giovanile in ambito europeo. È un luogo in cui lo Stato riesce ad incontrare i giovani: i ragazzi vengono a conoscere e a conoscersi. Portano a casa l’autostima per se stessi: fondamentale per accedere al mondo del lavoro. Molti ragazzi trovano nel Servizio Civile un’occasione di orientamento: rivedono i piani di studio e si rimettono a studiare. Sono oltre 50.000 giovani l’anno che realizzano attività e servizi per la comunità” afferma Enrico Maria Borrelli, rappresentante della Fondazione Amesci, e presidente della Consulta nazionale per il Servizio Civile universale.
“Inoltre, in molti casi senza i giovani del Servizio Civile, tantissime attività nel nostro Paese non esisterebbero. Sia nell’assistenza, sia per quanto riguarda il digitale: come usare lo Spid o come prenotare una Carta d’identità elettronica”, commenta Michele Sciscioli, Capo dipartimento per le politiche giovanili e il Servizio Civile Universale.
Qui un estratto dalla trasmissione del Consiglio Nazionale dei Giovani su Radio Radio, Giovani Informa-Ti.